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Studenti occupano la facoltà di Scienze della Formazione a Genova: “Ora è Nuova Università Liberata”

Una decina di ragazzi ha preso possesso dell'aula studio in corso Podestà per dare vita ad una "rivoluzione in presenza"

Pubblicato:19-04-2021 13:24
Ultimo aggiornamento:19-04-2021 13:30

occupazione università di genova
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GENOVA – Una decina di studenti del collettivo Come Studio ha occupato stamattina l’aula studio della facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Genova, in corso Podestà. Fornelli e sacchi a pelo, l’intenzione è quella di mantenere il più a lungo possibile il presidio in quella che è stata ribattezzata “Nuova Università Liberata”. Per gli attivisti si tratta di una “rivoluzione in presenza: dopo più di un anno di allontanamento forzato dalla nostra università, un anno in cui abbiamo visto i nostri diritti calpestati nel più ipocrita e viscido dei modi, abbiamo deciso di prendere l’iniziativa. Spetta a noi studenti e lavoratori attuare una critica pratica contro una logica istituzionale che affianca e sostiene la società di classe. Questa occupazione vuole restituire alla città un’università popolare e universale, intesa come ambasciatrice di diritti e non come un’azienda che fornisce un servizio”.

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I giovani sottolineano che “la pandemia ha obbligato il mondo a fermarsi, il virus esiste e non saremo certo noi a negarlo; saremo invece noi a dire che lo stravolgimento che il Covid ha creato non è stato uguale per tutti e tutte. Saremo noi a dire che c’è chi in questi mesi ha continuato a guadagnare miliardi e chi per quei miliardi ha perso la vita. Saremo noi a dire che l’onda d’urto è stata così ampia perché questo Stato non è stato in grado di investire lì dove sono i veri interessi della collettività. Saremo noi a dire che non è più possibile mascherare con la retorica dell’emergenza il fallimento di un intero Stato”.

Il collettivo spiega ancora che “la nuova università liberata è solidale con tutte le lotte portate avanti nella città, nel paese e nel mondo”, come quelle dei Collettivo autonomo dei lavoratori portuali genovesi o del movimento No Tav. “Noi siamo qui per iniziare un cammino di liberazione, un cammino che non si fermerà alle mura di questo edificio o all’Università di Genova, ma che porterà alla costruzione di un nuovo mondo, necessario e possibile, e all’abbattimento del regime vigliacco che ci prospetta solo fame, solitudine e precarietà- concludono gli universitari- a pochi giorni dal 25 aprile, rilanciamo con forza l’urlo della resistenza contro la vostra barbarie”.


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