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Opzione Ciad per i militari Usa dopo la rottura con il Niger

Ipotesi e scenari dopo la revoca da parte di Niamey dell'accordo in materia di difesa con gli Stati Uniti

Pubblicato:19-03-2024 14:45
Ultimo aggiornamento:19-03-2024 14:45

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ROMA – Ciad su tutti, o in alternativa Mauritania, Marocco o Benin: questi i Paesi che potrebbero ospitare una base militare degli Stati Uniti in Africa occidentale dopo la decisione del Niger di revocare un accordo con Washington in materia di difesa. Lo scenario è tratteggiato dall’emittente Radio France Internationale (Rfi), tra le testate europee più attente agli sviluppi nell’area. L’analisi parte dalla decisione della giunta del generale Abdourahamane Tiani, che ha assunto il potere nel luglio scorso rovesciando il presidente Mohamed Bazoum e innescando un cambiamento di alleanze.

IL RITIRO FRANCESE

Ad andare via dal Paese sono stati nei mesi scorsi anzitutto i militari della Francia, l’ex potenza coloniale. E secondo Rfi proprio con Parigi gli Stati Uniti potrebbero ora accordarsi per traslocare mezzi e uomini, magari in una struttura congiunta. La base americana in Niger si trova ad Agadez, in una regione centro-settentrionale prossima alla Libia, strategica anche in un’ottica di controllo dei flussi migratori. Il Ciad avrebbe il vantaggio di essere guidato da un governo in buoni rapporti con Parigi, che nel Paese conserva una presenza militare. Il territorio sotto la sovranità di N’Djamena confina poi sia con la Libia, un quadrante importante per Washington, che con Paesi saheliani e centro-africani come lo stesso Niger, il Camerun e la Nigeria.

LA BASE DI AGADEZ

Secondo le stime di Rfi, oggi ad Agadez stazionano circa 700 militari statunitensi. Sulle piste ci sarebbero due aerei da ricognizione elettromagnetica, due elicotteri e una decina di droni MQ Reaper.
Agadez è stata per anni riferimento del comando americano Africom insieme con la base di Gibuti, in riva al mar Rosso. Nonostante il ritiro francese e la rottura tra Niamey e Washington, in Niger resta un contingente italiano, che conta al momento 250 militari, impegnati anche nell’addestramento dei paracadutisti locali.


TAJANI: RIPRENDIAMO IL DIALOGO CON LE AUTORITA’ DE FACTO DI NIAMEY

L’Italia è pronta a riavviare la cooperazione bilaterale con il Niger: lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenendo al Senato. Al centro del passaggio un’analisi della situazione nell’intera regione. “Un ritiro dal Sahel renderebbe la regione più ostile e non certo più favorevole ai nostri interessi strategici” ha detto Tajani. Poi, in particolare rispetto al Niger, dove nel luglio scorso un golpe militare ha rovesciato il presidente Mohamed Bazoum e dove restano tuttora presenti militari italiani nel quadro della missione Misin. “Ribadiamo l’opportunità”, ha detto Tajani, “di riprendere il dialogo con le autorità de facto nigerine, una prospettiva alla quale lavorano anche gli Stati Uniti”. Il ministro ha ricordato che il 7 e l’8 marzo scorsi a Niamey si sono recati in visita il segretario generale della Farnesina, Riccardo Guariglia, e Francesco Paolo Figliuolo, a capo del Comando operativo di vertice interforze (Covi). Secondo Tajani, in questa occasione è stato “delineato un possibile riavvio della cooperazione bilaterale”.

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