NEWS:

Il mondo fluttuante del Giappone arriva a Roma, in mostra l’arte Ukiyoe

Dal 20 febbraio al 23 giugno a Palazzo Braschi sfilano 30 artisti dell'epoca Edo

Pubblicato:19-02-2024 16:15
Ultimo aggiornamento:19-02-2024 16:15

mostra giapponese
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

Il godimento dell’effimero in stile giapponese arriva a Roma con una mostra che attraverso 150 opere racconta i grandi cambiamenti sociali, economici e artistici avvenuti tra il Seicento e l’Ottocento. Dal 20 febbraio al 23 giugno a Palazzo Braschi sfilano 30 artisti dell’epoca Edo, un lungo periodo di pace che ha visto germogliare in Giappone il genere dell’Ukiyoe, letteralmente traducibile con ‘immagini del mondo fluttuante’. È così che si chiama la mostra divisa in sette sezioni che approfondisco la produzione e la diffusione di immagini, libri, stampe, dipinti e diversi oggetti d’arte realizzati da alcuni degli artisti più importanti dell’epoca, tra i quali anche Kitagawa Utamaro, Katsushika Hokusai, Keisai Eisen e la grande scuola Utagawa.

L’UKIYOE

“Il Mondo fluttuante indica il mondo terreno in cui tutto è evanescente e transitorio. Fino al 1600 questo termine viene usato con un senso negativo, indicando secondo il buddismo tutto ciò da cui si doveva rifuggire per trovare l’illuminazione. Con la nuova classe emergente e cittadina si raggiunge invece la consapevolezza del godimento quotidiano dato dalle arti, dalla cultura e dalla moda. È dunque il godimento dell’attimo fuggente, dell’effimero fino a quel momento rifiutato”, ha spiegato Rossella Menegazzo, curatrice dell’esposizione promossa da Roma Capitale e coprodotta e organizzata dalla Sovrintendenza capitolina e da MondoMostre con il supporto di Zetema.

“Sono felice che il Museo di Roma ospiti una così prestigiosa e rappresentativa selezione di un genere pittorico che ha attraversato i secoli, rappresentando un punto di svolta nella storia dell’arte giapponese e influenzando non solo la cultura nipponica, ma quella di tutto il mondo. L’Ukiyoe ha influenzato infatti numerosi artisti occidentali, da Van Gogh a Monet, fino agli odierni manga, diventando un ponte culturale tra Oriente e Occidente e Roma, che nella sua lunga storia è stata sempre aperta alle altre culture, rappresenta il luogo ideale per accogliere queste opere straordinarie”, ha detto l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor.


Esempio del riflesso dell’Ukiyoe sulla cultura occidentale è il collezionismo di due artisti italiani, lo scultore Vincenzo Ragusa e l’incisore Edoardo Chiossone che hanno formato due dei nuclei di arte orientale più importanti d’Italia, oggi conservati al Museo d’arte orientale di Genova e al Museo delle Civiltà di Roma, da cui provengono diverse opere presenti a Palazzo Braschi.

IL PERCORSO DELLA MOSTRA

La prima sezione della mostra dedicata alla bellezza femminile, soggetto centrale dell’Ukiyoe, è mostra figure femminili impegnate in attività artistiche come la pittura, la calligrafia, il gioco da tavolo di strategia, la poesia e la musica. La danza è il cuore della seconda sezione insieme al teatro, mentre la sezione successiva si concentra sui quartieri di piacere che si erano sviluppati appena fuori città e dove valevano soltanto le regole della seduzione e della moda. Nelle sale dedicate a questo tema è esposto anche un prezioso soprakimono imbottito color indaco e ricamato in fili d’oro e colorati, proveniente dalla collezione del Conte di Bardi, oltre ad alcuni ventagli decorarissimi arrivato in prestito dal Museo delle Civiltà. L’intrattenimento e i passatempi sono i soggetti di un’altra sezione, mentre le ultime due sono dedicate alle rappresentazioni delle città, alle vedute naturali e a quelle architettoniche. È qui che si trova la celebre Grande onda di Kanawaka, parte delle Trentasei vedute del Monte Fuji di Hokusai.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it