NEWS:

Tumore al seno, in Vda con il test genomico evitata la chemio a 16 donne su 23

Nel 2022 al Parini fatti 'risparmiare' 256 cicli chemioterapia

Pubblicato:19-02-2023 11:24
Ultimo aggiornamento:19-02-2023 11:24
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

(DIRE – Notiziario Sanità e Politiche sociali) Aosta, 19 feb. – È “molto positivo” il bilancio dei test genomici ormonoresponsivi condotti sulle pazienti valdostane che soffrono di tumore al seno in stadio precoce in cura nella struttura complessa di Oncologia dell’ospedale Parini di Aosta. Durante il 2022, i test “hanno permesso a 16 donne su 23 risultate eleggibili al test di evitare la chemioterapia che sarebbe stata altrimenti prescritta”, spiega l’Usl della Valle d’Aosta, con “un netto beneficio per l’impatto sia sulla vita delle pazienti sia sul sistema sanitario”. Si sono così evitati, in totale, 256 cicli di chemioterapia. Nello stesso anno, alla Breast unit dell’ospedale Parini sono stati diagnosticati 162 nuovi casi di carcinoma della mammella. Di queste pazienti, 105 hanno ricevuto un intervento chirurgico come trattamento primario e per 98 di loro era disponibile l’istologico per la valutazione multidisciplinare post intervento, da cui 23 sono risultate eleggibili al test OncotypeDx.

Dopo il test soltanto 7 hanno dovuto effettuare un trattamento chemioterapico. La pratica dei test ormonoresponsivi è stata introdotta nel sistema sanitario regionale con una delibera del 26 aprile 2021 come prestazioni di assistenza sanitaria aggiuntive per i residenti in Valle d’Aosta. Successivamente, dopo l’approvazione del decreto ministeriale del 18 maggio 2021 che ha definito i requisiti di utilizzo dei fondi nazionali destinati a tali prestazioni, la disciplina regionale è stata revisionata con una seconda delibera.

“Si tratta di un importante progresso nell’ottica di una cura sempre più mirata e personalizzata- spiega Marina Schena, direttrice dell’Oncologia del Parini- Il 20% circa delle donne che ogni anno si ammalano di tumore presenta dei fattori prognostici indeterminati: gli esami di routine non ci danno informazioni sufficienti per capire il rischio di recidiva e per stimare il beneficio del trattamento chemioterapico (a cui venivano comunque sottoposte a scopo cautelativo). Utilizzando il test genomico, per una percentuale consistente di questo gruppo di pazienti si profila la possibilità di evitarlo, con innegabili vantaggi dal punto di vista della protezione della salute della donna sia rispetto alla tossicità che i farmaci chemioterapici comportano, sia per l’aspetto psico-emotivo conseguente alla conservazione dei capelli e delle sopracciglia, sia per la qualità di vita familiare e sociale oltre alla capacità lavorativa”.


Schena aggiunge che “nel 2022 abbiamo assistito anche in Valle d’Aosta, come a livello nazionale, a un aumento dei nuovi casi, molti dei quali già metastatici”. Il test genomico è indicato per le donne con tumore alla mammella in stadio precoce, con positività dei recettori per gli estrogeni e il progesterone, e negatività della proteina c-erbB2. Sono escluse dall’esecuzione del test le pazienti a basso e ad alto rischio clinico, casi nei quali il test non modifica l’indicazione terapeutica.

“Sono molto soddisfatto del risultato che è stato conseguito grazie all’introduzione nel sistema sanitario regionale del test genomico- dice l’assessore regionale alla Sanità Roberto Barmasse- Considerati gli effetti avversi che sovente procurano le cure chemioterapiche sia a livello fisico sia e soprattutto a livello psicologico evitare il trattamento anche a una sola paziente è già un grande traguardo raggiunto”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it