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Dalle ‘sardine’ alle ‘fravaglie’, flash mob anti-Salvini anche a Sorrento

"Sarà una manifestazione pacifica e apartitica, senza bandiere", spiega alla Dire uno dei ragazzi che ha organizzato la contestazione

Pubblicato:18-11-2019 15:05
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:37

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NAPOLI – Si ispirano alle ‘sardine’ che hanno invaso Bologna i ragazzi che a Sorrento (Napoli) hanno organizzato un flash mob in occasione dell’arrivo in città di Matteo Salvini per ufficializzare l’adesione dei sindaci di Sorrento e Positano alla Lega.

“Sarà una manifestazione pacifica e apartitica, senza bandiere”, spiega alla Dire uno dei ragazzi che ha organizzato la contestazione. Durante il flash mob si inviteranno i partecipanti a “scambiarsi un libro per donarlo a Salvini, che ne ha molto bisogno”.

L’appuntamento è per giovedì alle 10:30 nella piazza Sant’Antonino di Sorrento, poco distante dal circolo dei forestieri dove alle 11 è atteso l’ex ministro dell’Interno.


“Ci incontreremo in piazza per trenta minuti, il nostro movimento nasce con un intento pacifico, vogliamo solo che l’attenzione, così come sarà rivolta a Salvini, venga riservata anche a noi, a quel popolo che non è d’accordo con determinate politiche”.

Da oggi il movimento anti Salvini di Sorrento ha anche un nuovo logo in cui sono presenti proprio le sardine di Bologna ma i promotori preferiscono farsi chiamare ‘fravaglie’, termine napoletano che indica i pesci più piccoli.

L’evento Facebook #Sorrentononabbocca ha ricevuto circa 2mila adesioni, qualcuna in più della pagina Sorrento non si Lega. “Ci aspettiamo una risposta da tutta la provincia di Napoli, anche per dire di no a una politica locale che è fatta di continui cambi di casacche di cui non ci meravigliamo neanche più.

La Lega sta prendendo i voti di Forza Italia e per questo assistiamo a continui cambi di partito. Siamo contro queste politiche, quindi l’appello è a incontrarsi come le sardine a Bologna e qui, ancora più forte, per rivendicare l’attenzione che il Sud si merita. E’ arrivato il momento di rimboccarsi le maniche e agire, perché non ne possiamo più di dover abbassare la testa sentendoci dire “la penisola è fascista“.

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