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FOTO | Bombe belliche anche nei laghi di montagna, 569 ordigni sul fondo del lago di Varna

In campo in Trentino Alto Adige i palombari della Marina militare, specializzati nelle operazioni ad alto rischio come le missioni subacquee in cerca di reperti bellici

Pubblicato:18-10-2019 14:48
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:51

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BOLOGNA – In meno di 20 giorni, dal lago montano di Varna, in Trentino Alto Adige, sono saltate fuori 549 bombe da fucile austriache della prima guerra mondiale. A quanto pare questo laghetto di montagna è un vero e proprio ‘pozzo’ pieno di ordigni bellici: si trova poco sopra Bressanone e per capire le dimensioni del fenomeno basta pensare che questi 549 ordigni si vanno ad aggiungere ai 33.313 manufatti inesplosi già rimossi dal fondale del lago dal 2017 ad oggi, e consegnati agli artificieri del 2° Reggimento Genio Guastatori di Trento della Brigata Alpina Julia dell’Esercito.

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Chi ha bonificato il lago in questi giorni e in precedenza? I palombari della Marina militare, da sempre specializzati in queste “operazioni subacquee ad alto rischio” (e capaci di immergersi fino a 1.500 metri di profondità). In particolare, di quest’ultimo intervento in Alto Adige si sono occupati i palombari della Marina in servizio al Nucleo Sdai (Servizio difesa antimezzi insidiosi) di Ancona chiamati d’urgenza dalla Prefettura di Bolzano: si sono immersi nelle acque del lago di Varna dal 30 settembre al 17 ottobre.

I ritrovamenti di questi giorni si vanno ad aggiungere agli altri eseguiti durante l’anno in altri laghi e fiumi italiani, oltre che ovviamente nelle acque del mare: sono complessivamente 52.124 gli ordigni bellici rimossi dal primo di gennaio a oggi (a cui si sommano 20.564 proiettili di calibro inferiore ai 12,7 millimetri) da parte dei palombari del Gruppo operativo subacquei (Gos) del Comando subacquei ed incursori della Marina militare (Comsubin). Una quantità di recuperi che ha già superato, quando mancano ancora due mesi alla fine dell’anno, il totale raggiunto nel 2018, quando vennero recuperati e bonificati 44.000 e rotti ordigni esplosivi di origine bellica.

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Il lago di Varna

La bonifica delle acque italiane rientra tra i compiti della Marina Militare ed è un compito molto importante per la pubblica incolumità. La Marina ricorda infatti a chiunque dovesse imbattersi in oggetti che per forme e dimensione possano richiamare un ordigno esplosivo, che questi manufatti possono essere molto pericolosi: non devono essere toccati o manomessi in alcun modo. È fondamentale denunciarne subito il ritrovamento alla locale Capitaneria di Porto o alla più vicina stazione dei Carabinieri, in modo che possano entrare in azione i palombari della Marina.

Con una storia di 170 anni alle spalle, i Palombari del Comsubin rappresentano l’eccellenza nazionale nell’ambito delle attività subacquee essendo in grado di condurre immersioni lavorative fino a 1.500 metri di profondità ed in qualsiasi scenario operativo, nell’ambito dei propri compiti d’istituto (soccorso agli equipaggi dei sommergibili in difficoltà e la neutralizzazione degli ordigni esplosivi rinvenuti in contesti marittimi) ed a favore della collettività.

(Le immagini sono copyright della Marina militare)

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