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Violenza donne. Sul web ogni 30 secondi, tra gli obiettivi allontanarle dalle cariche pubbliche

Nella sede dell'Ambasciata Uk a Roma confronto tra Italia, Canada e Regno unito sul fenomeno: "Il 35% delle vittime riporta danni alla salute mentale"

Pubblicato:17-11-2022 18:28
Ultimo aggiornamento:17-11-2022 18:28

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“Sono 736 milioni le donne vittima di violenza nel mondo, il che fa del fenomeno una piaga a livello globale”. In particolare, “La violenza sul web può avere un impatto sulle donne sia a livello individuale che sociale ed è un fenomeno in crescita soprattutto nei confronti delle donne che rivestono un ruolo di primo piano nella vita pubblica”. Un vero e proprio grido di allarme quello dell’ambasciatore del Regno unito in Italia Edward Llewellyn in occasione del convegno in ambasciata UK dedicato alla violenza sulle donne sul web. L’evento è stato organizzato dall’ambasciata britannica, quella del Canada e dall’associazione Differenza Donna In vista della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, fissata dall’ONU il 25 novembre. L’evento ha messo a confronto Italia, Canada e Regno Unito per condividere opinioni, sfide ed esempi concreti del modo in cui il web e i social media possono, anche inavvertitamente, contribuire a incoraggiare e a giustificare la violenza sulle donne.
“Questo tipo di violenza- ha aggiunto l’ambasciatore- può avere un impatto duraturo portando molte donne a non parteciparvi più o a farlo in misura minore”. Tesi confermata dalla presidente di Differenza Donna, Elisa Ercoli, dati alla mano: “Il web è un ambiente tossico per le donne- ha sottolineato- La Meta, azienda che rappresenta i social network come Facebook, Instagram e Whatsapp, ogni mese intercetta oltre 500mila segnalazioni di foto e contenuti condivisi senza consenso dell’interessato. Nelle varie piattaforme vengono veicolati messaggi violenti ogni 30 secondi rivolti a donne impegnate in politica con l’obiettivo di arrivare alla loro rinuncia”.
Non va meglio su Youtube e Tiktok dove “vi è una massiccia pubblicazione di materiale pornografico senza il consenso con stupri anche a danni di minori”. Non mancano inoltre, “i messaggi che invitano allo stupro di persone che occupano cariche pubbliche come accaduto a più riprese alla deputata statunitense latina, Alexandra Ocasio Cortez. Il 35% delle donne vittime di violenza sul web ha riportato danni alla salute mentale, il 7% ha perso il lavoro”.
Secondo Ercoli quindi, “l’obiettivo di chi mette in atto tutto questo è quello di riaffermare l’uomo bianco, bianco e etero tramite, appunto, il web, intimorendo e allontanando le donne dall’affermazione pubblica”.

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