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Di Maio: “Obiettivo ‘fame zero’, dall’Italia altri 84 milioni all’Ifad”

Il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale: "Dal G20 alla Cop26 in prima linea su alimentare ed ecologia"

Pubblicato:17-02-2021 16:05
Ultimo aggiornamento:17-02-2021 16:12

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ROMA – “L’Italia conferma il suo impegno per l’obiettivo ‘fame zero’: ne siamo tra i principali sostenitori e lo consideriamo condizione necessaria per l’attuazione dell’intera Agenda di sviluppo 2030″. Lo ha detto il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio, intervenendo alla 44esima sessione del Consiglio dei governatori del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad).

In primo piano durante i lavori le sfide poste dalla pandemia e dai cambiamenti climatici per lo sviluppo, in particolare per garantire accesso al cibo e sostegno all’agricoltura.
Di Maio ha citato “le gravi conseguenze in termini di povertà” determinate dai lockdown implementati dai governi. Secondo il ministro, se per sconfiggere la pandemia “è necessario che l’accesso al vaccino sia garantito in modo universale”, gli effetti economici si affrontano “investendo nell’economia rurale, nella sicurezza alimentare, nell’accesso al cibo e in cicli produttivi sostenibili“.

Il governo italiano, ha annunciato il ministro, “ha appena stanziato 84 milioni di euro destinati alla dodicesima ricapitalizzazione del Fondo” segnando così “un aumento sostenuto” dei fondi messi a disposizione da Roma per l’Ifad.


Di Maio ha evidenziato il sostegno alla trasformazione dei sistemi agroalimentari nel periodo post-pandemia: “L’Ifad è partner chiave del vertice Onu sui sistemi alimentari di settembre prossimo e confidiamo che al pre-vertice di Roma dal 19 al 21 luglio i Paesi membri possano definire impegni volontari”.

Il ministro ha evidenziato “l’approccio green” che l’Italia “in qualità di Paese ospite della pre-Cop26 adotterà nel corso della presidenza del G20”. Di Maio ha aggiunto: “Ritengo che la priorità accordata alla sostenibilità ambientale debba accomunare le principali economie del mondo e tutti i piani di ripresa post-pandemica”. Questa, secondo il ministro, è la traccia che “il nuovo governo dell’Italia vuole seguire anche grazie all’istituzione del ministero per la Transizione ecologica”.

KHAN (PAKISTAN): “SERVE PIANO GLOBALE PER SALVARCI INSIEME

khan

“In Pakistan abbiamo integrato i primi due obiettivi dell’Agenda di sviluppo 2030, ‘no poverty’ e ‘zero hunger’, direttamente nel programma di governo. Nonostante le difficoltà poste dalla pandemia di Covid-19, abbiamo stanziato 8 miliardi di dollari di aiuti, con sussidi alle famiglie più povere e ai gruppi vulnerabili come giovani e donne. È il più grande programma nazionale mai messo in atto”. Così ha detto il primo ministro del Pakistan Imran Ahmad Khan in un videomessaggio proiettato nel corso della 44esima sessione del Consiglio dei governatori del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad).

Nel corso dei lavori, i dirigente dell’Ifad hanno riconosciuto l’importanza del piano citato dal primo ministro, Ehsaas Kafaalat, nel ridurre la povertà attraverso sussidi mensili.
Gli stanziamenti pubblici, ha detto il premier, sono aumentati del 3 per cento nel 2020. “Siamo impegnati- ha detto Khan- anche nel più grande piano di riforestazione del mondo, che punta a piantare 10 miliardi di alberi entro i prossimi tre anni”.

Il primo ministro ha citato poi il corridoio economico tra Cina e Pakistan, che starebbe garantendo “la modernizzazione del settore agricolo”, ritenuta “una priorità” del progetto di cooperazione tra i due Paesi. “Gli sforzi dei Paesi in via di sviluppo come il Pakistan- ha evidenziato il capo di governo- possono però avere successo solo tramite la cooperazione internazionale e per questo apprezziamo molto il ruolo che l’Ifad svolge in questo senso”.

Oltre alla pandemia e agli effetti dei cambiamenti climatici, tuttavia, il mondo soffre altre sfide, ha ammonito Khan: “Riduzione negli investimenti e nei fondi allo sviluppo, mancanza di equità nei commerci e storture nei prezzi sui mercati internazionali, deterioramento di terreni e foreste, perdita biodiversità, inquinamento dei mari e dei fiumi”.
Ecco perché, secondo Khan, “dobbiamo rivoluzionare la nostra visione del futuro”. Il primo ministro pachistano ha esortato “un piano globale per uscire dalla crisi”, nella convinzione che “o ci salviamo insieme o moriamo insieme”.

ANGOLA,IL PRESIDENTE LOURENCO: “L’AGRICOLTURA È LA PRIORITÀ”

Nonostante le molteplici sfide poste dal Covid-19, l’Angola sta attuando varie riforme politiche e socio-economiche da un lato per rafforzare lo stato di diritto e dall’altro per diversificare l’economia, rendendola meno dipendente dal petrolio, con uno sguardo particolare al settore agricolo e all’accesso al cibo. Lo ha detto il presidente dell’Angola Joao Lourenco, intervenendo con un videomessaggio alla 44esima sessione del Consiglio dei governatori del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad).

I lavori sono dedicati all’impatto sulla produzione di cibo derivante dalla crisi generata dalla pandemia e dai cambiamenti climatici. Lourenco, evidenziando l’impatto che il Covid-19 ha generato sull’economia mondiale, ha continuato: “Stiamo attuando diversi progetti rurali che comprendono il sostegno agli agricoltori, dai sussidi ai prestiti a piccole e medie imprese”. In economia il governo angolano sta intervenendo per migliorare la crescita nei settori della pesca ed estrattivo, del turismo, della produzione manifatturiera e delle infrastrutture in modo da “attirare maggiori investimenti interni e dall’estero”.

Tuttavia, continua Lourenco, l’agribusiness è una priorità: “Dobbiamo ridurre la dipendenza dalle importazioni di cibo”, e nonostante la crisi del 2020, “la produzione interna in Angola è aumentata”, segno che, ha detto ancora il presidente, i piani statali “stanno dando risultati positivi”. Secondo il presidente, le organizzazioni internazionali come l’Ifad o l’Unione Europea in questo senso “sono fondamentali” nel sostenere “l’intera filiera agricola, dalla produzione alla trasformazione dei prodotti, compresa la distribuzione e l’accesso ai mercati” ma anche per rendere il Paese “più resiliente e sicuro sul piano della nutrizione e dell’accesso al cibo“, così come “richiesto dagli Obiettivi di sviluppo 2030”. Oltre a ciò, Lourenco si è detto consapevole di dover migliorare l’accesso “all’acqua potabile, all’energia elettrica, ai servizi come scuola e collegamenti stradali”, dando impulso più in generale “all’innovazione”.

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