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Blitz antimafia tra Sicilia e Lombardia, 24 indagati

In azione la guardia di finanza etnea

Pubblicato:16-11-2022 07:55
Ultimo aggiornamento:16-11-2022 18:06
Autore:

blitz oleandro
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PALERMO – Colpo a Cosa nostra catanese. Dalle prime ore di questa mattina oltre cento finanzieri del Comando provinciale di Catania stanno eseguendo, tra Sicilia e Lombardia, un’ordinanza di misure cautelari personali e reali emessa nei confronti di 24 persone.

INDAGINE DELLA DDA

L’inchiesta è della Direzione distrettuale antimafia etnea. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, traffico organizzato di droga, trasferimento fraudolento di valori e detenzione di armi. Gli indagati sono complessivamente 37: colpiti i clan mafiosi Cintorino e Brunetto, articolazioni territoriali rispettivamente delle potenti famiglie mafiose catanesi dei Cappello e dei Santapaola-Ercolano. L’inchiesta riguarda i territori di Calatabiano, Giarre, Fiumefreddo, Castiglione di Sicilia e Mascali, nel Catanese, oltre che le cittadine messinesi di Giardini Naxos e Taormina. Le 24 misure sono state eseguite anche dalle fiamme gialle dei comandi provinciali di Messina e Monza-Brianza.

GLI AFFARI DEI CLAN

Le 24 persone arrestate sono finite tutte in carcere con le accuse di associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, traffico di droga, trasferimento fraudolento di valori e detenzione di armi. La guardia di finanza ha poi sequestrato tre attività commerciali nei comuni di Calatabiano e Giardini Naxos. Ricostruiti, inoltre, gli organigrammi e gli interessi criminali dei due clan nella fascia ionico-etnea, grazie alle indagini patrimoniali e alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Secondo la Dda di Catania al vertice del clan Cappello-Cintorino ci sarebbero stati Cristian Collurà, Gaetano Di Bella, Giuseppe Raneri e Mariano Spinella. Per i Santapaola-Brunetto, invece, i capi sarebbero stati Giuseppe Andò, Carmelo Caminiti, Orazio Di Grazia, Giuseppe Lisi e Francesco Maugeri. I nove avrebbero gestito le attività dei rispettivi clan nei territori di competenza, e in particolare le estorsioni e il traffico di droga, partecipando anche a periodici incontri tra le due fazioni volti alla spartizione degli affari e alla risoluzione di controversie nelle zone di comune interesse come Giardini Naxos e Taormina.


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