ROMA – “Il canto degli Italiani” fu scritto da Goffredo Mameli il 10 settembre 1847 e la musica arrivò per mano di Michele Novaro un paio di mesi dopo, il 24 novembre 1847. Il 12 ottobre 1946, il Consiglio dei ministri coordinato da Alcide De Gasperi, ne autorizzò “provvisoriamente” l’uso come inno nazionale della Repubblica Italiana. Ma l’ok definitivo è arrivato solo ieri, quando la commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama ha approvato il ddl per la sua istituzionalizzazione, dopo che l’omologa commissione alla Camera aveva dato l’ok al provvedimento il 25 ottobre scorso. Dopo 71 anni, Fratelli d’italia è ufficialmente inno nazionale. Si compone di sei strofe e un ritornello. Il suo autore morì nel 1649 a 21 anni per setticemia.
“Fratelli d’Italia
L’Italia s’è desta
Dell’elmo di Scipio
S’è cinta la testa
Dov’è la Vittoria?!
Le porga la chioma
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Rit. Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò.
Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi
Perché non siam Popolo
Perché siam divisi
Raccolgaci un’Unica
Bandiera una Speme
Di fonderci insieme
Già l’ora suonò”
Uniamoci, amiamoci
L’unione e l’amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore
Giuriamo far Libero
Il suolo natio
Uniti, per Dio,
Chi vincer ci può!?
Dall’Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn’uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suonò
Son giunchi che piegano
Le spade vendute
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute
Il sangue d’Italia
Il sangue Polacco
Bevé col cosacco
Ma il cor le bruciò
Evviva l’Italia
Dal sonno s’è desta
Dell’elmo di Scipio
S’è cinta la testa
Dov’è la vittoria?!
Le porga la chioma
Ché schiava di Roma
Iddio la creò
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