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Giornata mondiale dell’Ordine di Malta, uno sguardo dall’Ucraina a Betlemme

L'Ordine opera in 120 Paesi, con una rete di 13.500 membri, 95mila volontari e 52mila dipendenti, perlopiù personale medico-sanitario

Pubblicato:16-10-2023 18:45
Ultimo aggiornamento:16-10-2023 18:45
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ROMA – “Il momento è drammatico, scorre dolore da tutte le parti del mondo” sottolinea Riccardo Paternò di Montecupo, Gran cancelliere dell’Ordine di Malta, organizzazione fondata nel 1048 a Gerusalemme da beato Gerardo Sasso.

Il riferimento è anche alla guerra in Ucraina e alle nuove violenze in Medio Oriente. E l’orizzonte, ampio, abbraccia lo spazio e il tempo. “L’Ordine opera da mille anni in favore di chi ha bisogno, indipendentemente dalla religione, dai credo, dalle etnie e dalle provenienze geografiche” evidenzia Paternò di Montecupo. È sabato, 14 ottobre, in piazza San Lorenzo in Lucina, a Roma: una delle 34 piazze d’Italia dove si celebra la Giornata dell’Ordine di Malta. Una giornata mondiale, perché osservata anche in altri 10 Paesi, dagli Stati Uniti all’Australia. E’ un modo per far conoscere a tutti il lavoro svolto dai volontari al servizio delle persone e delle famiglie in stato di necessità. L’Ordine opera in 120 Paesi, con una rete di 13.500 membri, 95mila volontari e 52mila dipendenti, perlopiù personale medico-sanitario. “Ancora una volta siamo qui per ricordare il nostro carisma millenario” dice il Gran cancelliere. “Certo, il momento è drammatico: scorre dolore da tutte le parti del mondo e quindi c’è tanta gente che purtroppo oltre ad affrontare le problematiche che si verificano naturalmente deve affrontare quelle che crea l’uomo stesso“.

Il riferimento è a guerre nuove e conflitti che non finiscono. In Ucraina e in Palestina, dove pure, nonostante tutto, ci sono stati momenti da celebrare anche quest’anno: come la nascita della centomillesimo bambino nell’ospedale dell’Ordine a Betlemme. Una struttura, questa, sottolinea Paternò di Montecupo, “attrezzata in maniera eccezionale, con gli stessi standard dei migliori ospedale occidentali”.


A Gerusalemme eravamo chiamati ‘ospitalieri’, con la ‘t’ di ‘Torino’, perché aprivamo le porte a chiunque bussasse al nostro convento” sottolinea fra’ Roberto Viazzo, membro del Sovrano Consiglio, organo di governo dell’Ordine. Con lui, in piazza San Lorenzo in Lucina c’è Barbara Pinto Folicaldi, a capo del raggruppamento Lazio del Cisom, il Corpo italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta. “Prestiamo servizi di pronto soccorso, servizi sociali, di prima emergenza e interveniamo in occasione di calamità naturali” sottolinea la responsabile.

In piazza si condividono memorie e nuovi impegni di “un fiume carsico”, pronto a emergere dove serve. Pinto Folicaldi: “Nostri volontari seguitano ad aiutare in Ucraina, mentre a Betlemme abbiamo un ospedale dove nascono bambini, che va avanti da moltissimi anni; la nostra attenzione va anche a strutture in quei territori”.

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