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Omicidio Vannini, il legale della famiglia: “Marco moriva e nessuno si è opposto ad Antonio Ciontoli”

La mamma di Marco: "Tutti hanno collaborato, dai Ciontoli solo menzogne". La sentenza arriverà a fine mese

Pubblicato:16-09-2020 17:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:53

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ROMA – “Marco ha urlato in modo disumano per un’ora. Lo ha sentito anche la telefonista del 118. Lo hanno sentito tutti i vicini. Con il passare dei minuti Marco era bianco, aveva la labbra viola. I famigliari di Ciontoli vedevano la tragica evoluzione degli eventi. Un evento che diventava sempre più inevitabile mentre il tempo passava. Federico, figlio di Antonio, si è limitato ad incitare il padre a telefonare, ma alla fine come gli altri, non ha fatto nulla. Nessuno in quella casa ha preso per il bavero Antonio Ciontoli per opporsi dicendogli: ‘familiari sì, complici no’. Pertanto va riconosciuta la responsabilità piena dei familiari”. Così l’avvocato Franco Coppi, difensore di parte civile per conto della famiglia di Marco Vannini, nel suo intervento conclusivo nel processo d’appello bis per la morte del 20enne, avvenuta nel 2015 in una villetta di Ladispoli.

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LA SENTENZA A FINE MESE

Il processo, che andrà a sentenza a fine mese, dopo la pronuncia della Cassazione di febbraio, vede alla sbarra Antonio Ciontoli, ex militare, la moglie Maria Pizzillo e i figli Federico e Martina. Coppi al termine dell’arringa, si è unito alla richiesta della Procura generale, che ha chiesto la condanna a 14 anni per tutti i componenti della famiglia Ciontoli per omicidio volontario e in subordine a 9 anni e 4 mesi.


Vannini – ha detto Coppi- è morto per uno stupido scherzo. Antonio Ciontoli che gli aveva mostrato per gioco la pistola nonostante l’invito a tenerla lontana, non voleva certamente ucciderlo. Ma la cosa più triste di questa vicenda è che un ragazzo di 20 anni, avrebbe potuto essere salvato con una elevatissima probabilità se i soccorsi fossero stati tempestivi”.

LA MAMMA DI MARCO: TUTTI HANNO COLLABORATO, DAI CIONTOLI SOLO MENZOGNE

“Tutti hanno collaborato e credo che ormai questo sia appurato. Io sono convinta che se una cosa del genere fosse accaduta a casa mia, io sarei intervenuta. Io sono mamma e anche la moglie di Ciontoli è una mamma. Marco erano tre anni frequentava quella casa. Quando lei mi ha chiamata, era il momento in cui l’ambulanza stava andando via, mi ha detto che Marco era caduto per le scale. Menzogne su menzogne”. Così Marina Conte, la mamma di Marco Vannini, al termine dell’udienza di oggi del processo di appello bis.

PADRE DI MARCO: “FEDERICO CIONTOLI PARTE ATTIVA IN TUTTA LA STORIA”

Federico Ciontoli, a sentire i suoi difensori, sembrava lo ‘scemo’ della situazione invece è tutt’altro che ‘scemo’. Come hanno dimostrato i nostri avvocati è stato parte attiva in tutta la storia, ha coordinato, ha detto al padre quello che doveva fare e ha dato direttive. Io credo che abbia una grossa responsabilità, come anche Martina (figlia di Ciontoli, ndr) che ha riferito agli operatori sanitari di non sapere nulla, mentre invece si trovava nel bagno e ha visto tutto”. Così Valerio Vannini, padre di Marco, al termine dell’udienza del processo di appello bis per la morte del figlio avvenuta nel 2015.

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