NEWS:

La Vda ha la sua legge di settore sugli affitti brevi

Approvata dal consiglio con 19 "sì", 14 "no" e 2 astensioni

Pubblicato:16-07-2023 11:30
Ultimo aggiornamento:16-07-2023 11:30
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

AOSTA – Una legge che regola un settore in cui fino ad oggi è “regnato il farwest” e in modo “molto meno restrittivo” rispetto alla proposta della ministra del Turismo, Daniela Santanchè. Lo ha spiegato in aula l’assessore al Turismo della Regione Valle d’Aosta, Giulio Grosjacques, replicando alle critiche sollevate dalle opposizioni sulla legge sugli affitti turistici brevi, che ha passato l’esame del Consiglio Valle. Il provvedimento, modificato in aula con alcuni emendamenti delle opposizioni e altri della giunta, è stato approvato dal Consiglio regionale con 19 “sì” della maggioranza, i 14 “no” di Lega, Forza Italia e del consigliere Claudio Restano (gruppo misto) e due astensioni del Progetto civico progressista. La legge, che entrerà in vigore a partire dal prossimo 1 novembre, prende in considerazione i soggiorni in appartamento in affitto non superiori ai 30 giorni consecutivi.
Stabilisce che “il Comune, a seguito della presentazione della documentazione necessaria, rilasci, a ogni abitazione a uso turistico, il Cir, il codice identificativo regionale”, spiega il consigliere Corrado Jordan (Alliance valdôtaine-Vda Unie), relatore del testo, e che dovrà essere sempre esposto in caso di pubblicizzazione. La norma conferma l’obbligo per il locatore di denunciare alla Questura le generalità di ciascun ospite, il loro arrivo e presenza e di comunicare, in forma anonima e aggregata, entro il 5 di ogni mese, gli arrivi e le presenze del mese precedente per scopi turistici sulla piattaforma online che sarà resa disponibile dalla Regione, oltre alla riscossione dell’imposta di soggiorno per conto dei Comuni. In caso di inadempienza, sono previste sanzioni che vanno da 400 a 6.000 euro.
Il provvedimento permette anche di avere una reale quantificazione delle presenze turistiche in Valle: lo ha ricordato l’assessore regionale ai Beni e alle Attività culturali ed ex assessore al Turismo, Jean-Pierre Guichardaz. “La mancanza di questo dato porta un danno di immagine alla nostra regione, facendola scendere nelle classifiche di appeal turistico rispetto ad altre che da anni conteggiano questi dati- ha detto- I dati sulle presenze e sui pernottamenti sono anche quelli presi in considerazione dallo Stato e dall’Europa quando si tratta di individuare delle misure a sostegno del turismo”.
Aurelio Marguerettaz, capogruppo dell’Union valdôtaine, ha osservato che il provvedimento fornisce una risposta alla truffe, “che possono essere risolte avendo degli alloggi con un codice identificativo”.
Il presidente della Regione, Renzo Testolin, ha parlato di “una norma equilibrata, che darà risposte a tutti i portatori di interesse”, mentre l’assessore regionale agli Affari europei, Luciano Caveri, ha ricordato che anche a livello europeo si sta parlando della necessità di intervenire sulla regolamentazione delle locazioni brevi: “La regolamentazione di una legge regionale come quella della Valle d’Aosta appare molto più aperta di quanto si prefigurerà in futuro con le normative europee e quelle che potrebbero emergere dalle decisioni legislative che saranno assunte con il governo Meloni”.
Colorito il dibattito in aula, durato diverse ore, con una pioggia di critiche da parte delle opposizioni. Il consigliere del gruppo misto, Claudio Restano, aveva invitato la maggioranza a ritirare la proposta di legge, insieme a quella sull’imposta di soggiorno: “Limitarci a discutere oggi due disegni di legge su affitti brevi e imposta di soggiorno – che avrebbero potuto essere trattati insieme – senza avere affrontato una riforma organica del turismo in Valle d’Aosta, significa coltivare l’orticello di qualcuno. Ritiratele e ci rivediamo in autunno con una riforma organica”.
Pierluigi Marquis, capogruppo di Forza Italia, ha ricordato che la Valle d’Aosta conta 25.000 posti letto alberghieri e almeno 250.000 posti letto in abitazioni secondarie di proprietà o in affitto: “La legge non considera il contributo oggettivo dato al territorio da parte di queste attività e si avvicina in maniera accusatoria alle locazioni per finalità turistiche considerate come un settore poco trasparente, che esercita una concorrenza sleale nei confronti delle attività alberghiere”.
Per la consigliera del Progetto civico progressista, Chiara Minelli, con l’approvazione della legge, “il rischio di avere gli appartamenti chiusi è concreto”. Ha spiegato: “Ci sono realtà territoriali delle medie valli che non hanno alberghi e sono prevalentemente interessate da locazioni, anche brevi, e che, con l’entrata in vigore di questa norma, rischiano di limitare la disponibilità dell’offerta da parte dei piccoli proprietari, con conseguente riduzione del movimento turistico e contrazione dell’indotto locale”.
Altro nodo è l’eccessiva burocrazia: “Questo è un testo pieno di incombenze burocratiche- ha detto la consigliera della Lega Raffaella Foudraz- che va nella direzione opposta di quanto invece si dovrebbe fare: semplificare, chiarire, snellire. Un testo che non regolamenta, anzi limita chi vuole fare: è un classico esempio di burocrazia elefantiaca”.
Sul testo, è stato respinto un ordine del giorno proposto dai gruppi di opposizione che voleva impegnare il governo regionale a “predisporre, entro 60 giorni, un disegno di legge che dia la possibilità a chi esercita l’attività di locazione di appartamenti di attingere ai benefici e finanziamenti” previsti dalla legge regionale 19 del 2001 “per qualificare gli appartamenti e offrire un servizio sempre più performante e adeguato alle aspettative crescenti dei turisti”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it