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VIDEO | Braccianti occupano la Basilica di San Nicola a Bari

La delegazione, guidata da Aboubakar Soumahoro, chiede rispetto per lavoratori diventati "invisibili, sfruttati e costretti a vivere in condizioni disumane"

Pubblicato:16-07-2019 11:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:31
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BARI – “Siamo entrati in questo istante nella basilica di san Nicola di Bari con un gruppo di braccianti di Foggia e Borgo Mezzanone. Lavoratori costretti a lavorare in condizioni disumane, sfruttati. Papa Francesco dice che il lavoro conferisce dignità all’uomo però quello dei braccianti è un lavoro fatto di disumanità, è privo di diritti e di dignità. chiediamo un confronto con l’arcivescovo Cacucci perché la Regione Puglia e il Governo continuano a latitare”. Così, in un breve video postato sui social, il sindacalista Aboubakar Soumahoro racconta quanto sta accadendo a Bari. Con lui un gruppo di immigrati per lo più africani, gli stessi impiegati nella raccolta di pomodori nelle campagne del foggiano. Imbracciano cartelli su cui è scritto “In Italia ci sono ancora le leggi sul lavoro?”.

La delegazione chiede rispetto per lavoratori diventati “invisibili, sfruttati e costretti a vivere in condizioni disumane” e vuole incontrare l’arcivescovo affinché possa diventare il loro portavoce con le istituzioni regionale e nazionale.


VESCOVO BARI-BITONTO INCONTRA BRACCIANTI: “SENTIRÒ IL GOVERNATORE”

“Mi sentirò con il presidente Emiliano appena possibile. Ma voglio sentire anche tutti gli altri vescovi della Puglia. La mia preoccupazione è che se ne parli oggi, se ne parlerà domani e poi cala l’attenzione su questo problema. Posso solo dire che da parte nostra c’è questo atteggiamento di difesa, senza se e senza ma, della vita umana”. Sono le parole che l’arcivescovo di Bari – Bitonto, monsignor Francesco Cacucci, ha rivolto alla delegazione di braccianti che questa mattina ha occupato la basilica di san Nicola a Bari. Con loro c’è anche il sindacalista dell’Usb, Aboubakar Soumahoro che ha ringraziato il vescovo per l’attenzione che ha riservato ai braccianti, che provengono da Foggia e da Borgo Mezzanone. Al vescovo il sindacalista ha consegnato “il nostro documento fatto di dieci proposte che parlano non solo di agricoltura ma anche di eticoltura, cioè una agricoltura etica”.

“Vorremmo sia chiaro che qui non si tratta di migranti ma di braccianti, di persone che non vogliono essere assistite ma vogliono solo lavorare nel rispetto della dignità”, ha aggiunto Soumahoro che ha chiesto al vescovo di “farsi promotore di un incontro tra noi ed Emiliano”. Il vescovo ha ricordato che a febbraio dell’anno prossimo “Bari ospiterà l’incontro tra i Paesi del Mediterraneo e sarà l’occasione per affrontare questa tematica”. “Questa è la casa di Dio e l’abbiamo scelta per un motivo semplice: perché qui ascolto ci sarà. Ma fuori da qui c’è un processo di stigmatizzazione che non va bene”, ha aggiunto il sindacalista. L’arcivescovo ha ribadito la sua disponibilità a fare da tramite con il governatore, ha benedetto la delegazione e offerto loro un pranzo al sacco.

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