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Coronavirus, Catalfo: “Tutelati 19 milioni di lavoratori, l’Inps garantisce le prestazioni”

Cosi' la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, durante l'informativa alla Camera

Pubblicato:16-04-2020 11:36
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:09
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ROMA – “Con il decreto Cura Italia, abbiamo tutelato quasi 19 milioni di lavoratori“. Cosi’ la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, durante l’informativa alla Camera sulle misure legate all’emergenza coronavirus.

“È doveroso- aggiunge la ministra- che il Paese sappia che e’ stato fatto tutto il possibile per accelerare e semplificare le procedure. Il Ministero che rappresento e gli enti vigilati nelle ultime settimane non hanno conosciuto sosta dall’attivita’ istituzionale per portare a termine la missione di rendere il miglior servizio a tutti i cittadini in difficolta’”.

“Nonostante la numerosita’ e la portata degli attacchi subiti anche negli ultimi giorni”, spiega Catalfo, l’Inps “e’ riuscito efficacemente a garantire la presentazione delle domande delle prestazioni e in particolare quelle per le indennita’ da 600 euro, che hanno raggiunto quasi il numero di 3 milioni in pochi giorni”. 


Alle 16 di ieri, riferisce, le domande per prestazioni Inps previste dal decreto Cura Italia, pervenute telematicamente, sono 4.709.097 per piu’ di 8.8 milioni di beneficiari, cosi’ suddivise: indennita’ 600 euro 4.108.000, congedi parentali 205.716, Bonus baby sitting 47.481, CIGO 230.900 domande per 3.200.000 beneficiari, assegno ordinario 117.000 domande per 1.920.000 beneficiari, bonus pagati 2,5 milioni.

“AMMORTIZZATORI VETUSTI MA PER RIFORMA SERVIVANO 2 MESI”

“Ci si e’ trovati a dover far fronte ad una emergenza mai conosciuta prima nel mondo del lavoro dovendosi affidare a strumenti normativi e procedurali vetusti, farraginosi, non al passo con i tempi”. Cosi’ la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, durante l’informativa alla Camera sulle misure legate all’emergenza coronavirus.

Catalfo ha osservato che “ci si e’ dovuti riferire ad un sistema di ammortizzatori sociali costruito con logiche di difficile applicazione, basato su istituti che sembrano sovrapporsi e che a tratti paiono non coprire tutto il panorama delle situazioni che possono generarsi e che vanno sostenute. Un sistema di ammortizzatori che e’ intendimento prioritario per questo Governo rivedere, migliorare, implementare, ricostruire ma che al momento, vista l’emergenza straordinaria, doveva e deve funzionare subito e al meglio”.

Insomma Catalfo sottolinea che “le istanze del mondo del lavoro non potevano attendere una ristrutturazione del sistema di ammortizzatori e l’idea di un ammortizzatore unico, sebbene sia stato da me valutato, non poteva essere la soluzione alla quale ricorrere in pochi giorni, in quanto sarebbe stata necessaria una riforma che avrebbe richiesto almeno due mesi di tempo”.

“A GIORNI ULTIMO RIPARTO RISORSE CASSA IN DEROGA”

“Nei prossimi giorni verra’ emanato il secondo e ultimo decreto di riparto che assegnera’, a seguito del proficuo confronto con tutte le Regioni, le rimanenti risorse”. Cosi’ la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, durante l’informativa alla Camera, parla della cassa integrazione in deroga “prevista per i datori di lavoro di qualunque settore” che “ha una durata di 9 settimane“.

I trattamenti, ricorda la ministra, “sono concessi con decreto della regione o della provincia autonoma, da trasmettere all’INPS in modalita’ telematica entro quarantotto ore dall’adozione insieme con la lista dei beneficiari, nel limite delle risorse attribuite a ciascuna regione o provincia autonoma. Le risorse per la misura sono pari a 3 miliardi 293,2 milioni di euro per il 2020 e sono stati ripartiti con decreto interministeriale Lavoro-MEF 1 miliardo 293,2 milioni di euro”.

CATALFO ELENCA RICHIESTE REGIONI DI CIG, NON C’È LOMBARDIA

Le Regioni che fanno fatto domande per le cassa integrazione in deroga sono “emilia romagna, veneto, abruzzo, basilicata, campania, friuli venezia giulia, lazio, marche, molise, piemonte, puglia, toscana e umbria”. Lo riferisce la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, durante l’informativa alla Camera, concludendo che “mancano ancora gli atti di alcune regioni, che sono certa arriveranno nelle prossime ore e nei prossimi giorni”.

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