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‘L’invisibilità non è un superpotere’: al WeGil la mostra contro la violenza sulle donne

Organizzata dalla Fondazione Pangea e promossa dalla Regione Lazio. In mostra 10 fotografie e 10 radiografie che raccontano il mondo di dolore e silenzio in cui vivono le donne vittime di violenza

Pubblicato:16-01-2020 12:42
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:51

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ROMA  – Rompere il silenzio su una delle più urgenti piaghe sociali del nostro tempo: la violenza sulle donne. È l’obiettivo della mostra ‘L’invisibilità non è un superpotere’, inaugurata oggi al WeGil di Trastevere, a Roma, organizzata dalla Fondazione Pangea e promossa dalla Regione Lazio.

In mostra 10 fotografie e 10 radiografie – fornite in totale anonimato dall’ospedale San Camillo Forlanini di Roma e dall’Asst Santi Paolo e Carlo di Milano – che raccontano il mondo di dolore e silenzio in cui vivono le donne vittime di violenza.


Sono quindi esposte i loro corpi, le loro lesioni riscontrate durante gli esami effettuati all’arrivo nei Pronto soccorso. Le immagini e le frasi scelte nella mostra sono della fotografa Marzia Bianchi.

“La nostra priorità è cambiare un certo modo di pensare per modificare una cultura che induce alla violenza sulle donne, ma anche educare le giovani generazioni i sentimenti- ha detto l’assessore al Turismo e Pari opportunità della Regione Lazio, Giovanna Pugliese- Anche il 2019 si è chiuso con un alto numero di femminicidi. Questa mostra ci fa guardare oltre le apparenze. Sotto le garze, le fasciature e i cerotti arriva il punto più intimo del dolore inferto alle donne“. Pugliese ha quindi ricordato che “la Regione Lazio ha da poco aperto a Formello il 23esimo centro antiviolenza sul nostro territorio e siamo pronti ad aprirne altre a breve, per essere accanto alle donne che hanno subito violenza e fornire loro spazi, tempi e speranze da cui ricominciare”. Secondo Simona Lanzoni, vicepresidente della Fondazione Pangea, “la mostra è l’occasione di svelare quello che molto spesso le donne non riescono a dire o nominare una volta giunte al Pronto soccorso. Però i corpi e le lesioni parlano per loro e raccontano l’orrore quotidiano“.

L’idea di esporre radiografie è di Mariagrazia Vantadori, chirurga dell’ospedale San Carlo Borromeo. “L’idea mi è venuta con l’esperienza accumulata sul campo in tanti anni di attività- ha spiegato- Il mio lavoro mi ha portato a decodificare le lesioni, ad andare oltre il non detto e ad aiutare le donne a orientarsi per uscire dalla violenza con il sostegno della rete dei centri antiviolenza”.

Il direttore generale del San Camillo, Fabrizio D’Alba, ha ricordato che “l’ospedale ha un’esperienza decennale con lo sportello ad hoc che c’è nel Pronto soccorso che coglie questo disagio. Da uomo e da padre inviterò i miei figli maschi a venire a vedere la mostra perché molto bisogna lavorare sugli uomini. Le frasi scelte per raccontare le immagini dovrebbero farci vergognare”. All’inaugurazione è intervenuta anche l’attrice Francesca Reggiani. Da segnalare, infine, che dopo Roma la mostra sarà ospitata in altri luoghi del Lazio, a partire dalla provincia di Frosinone dal 6 al 27 marzo.

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