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Conzatti: “Se il mio ddl fosse stato approvato, si sarebbe potuto applicare al caso Pedri”

La senatrice di Italia Viva spiega: "Ho chiesto a Cartabia e Orlando di riprendere in mano il ddl che ho presentato o di trasfonderlo in un loro dl ministeriale, o comunque di dare una spinta in commissione giustizia

Pubblicato:15-07-2021 18:41
Ultimo aggiornamento:15-07-2021 19:17

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ROMA – “Se questa legge fosse stata già attuata, si sarebbe potuta applicare al caso di Sara Pedri? Ce lo diranno gli esiti dell’inchiesta, ma dalle prime indiscrezioni molto probabilmente sì. Molti colleghi della dottoressa, fino ad oggi, sono stati sempre molto attenti e riservati ma hanno chiesto di essere ascoltati privatamente. Questo vuol dire che hanno molto da raccontare, se tutelati”. Lo afferma Donatella Conzatti, Senatrice di Italia Viva, intervistata dalla Dire, che ha presentato un disegno di legge su ‘mobbing e straining’ e fatto avviare una commissione d’inchiesta del Ministero della Salute sul caso della ginecologa Sara Pedri, che dopo tre mesi di lavoro all’ospedale di Trento si è dimessa ed è scomparsa, facendo ipotizzare un problema di mobbing.

Depositato nel 2019, “è un disegno di legge che amplia le categorie e le situazioni soggettive coperte dalla normativa antidiscriminatoria – spiega Conzatti- È incardinato in commissione giustizia ma è fermo perché la pandemia ha rallentato i lavori parlamentari. Il caso di Sara Pedri ha riacceso l’attenzione su questa proposta di legge”, afferma la prima firmataria della proposta.

Le commissioni di inchiesta, quella interna dell’azienda sanitaria, e quella ministeriale che ho chiesto- spiega- stanno facendo emergere profili riconducibili al mobbing, stress da lavoro, orari impossibili e maltrattamenti. Tanto che ho chiesto al Ministro della Giustizia Cartabia e al Ministro del Lavoro Orlando, di riprendere in mano il ddl che ho presentato o di trasfonderlo in un loro dl ministeriale, o comunque di dare una spinta in commissione giustizia perché questo è solo l’ultimo dei fatti che da anni accadono nel mondo del lavoro”.


La mia proposta è di disciplinare il mobbing e lo straining includendoli nel novero delle fattispecie che attualmente sono coperte dalla normativa antidiscriminatoria, ma anche di potenziare, in via civilistica, il risarcimento dei danni con definizione più precisa delle caratteristiche dei tecnici Ctu che sono chiamati a periziare queste situazioni, nonché cercare di quantificare una sanzione per il datore di lavoro che è responsabile di questi comportamenti“, sottolinea Conzatti.

“Abbiamo un articolo, il 2087, chiamato a supplenza ma è di difficile attuazione perché richiede un onere probatorio a carico del lavoratore difficile da dimostrare– afferma- E questo ddl dà possibilità al lavoratore di provare il fatto e dà modo ai colleghi di poterlo supportare nelle testimonianze, tutelandoli da demansionamenti o ritorsioni. È un ddl equilibrato perché tutela anche il datore di lavoro da false denunce e lo rende beneficiario per risarcimento danni per liti temerarie“, conclude la Senatrice di Italia Viva.

“SE SUL DDL ZAN C’È UN PROBLEMA LESSICALE POSSIAMO TORNARE AL TESTO DI SCALFAROTTO”

Questo disegno di legge lo voterei così com’è ma il dato numerico del Senato ci dice che, se vogliamo bene a questo ddl e vogliamo tutelare le persone oggetto di violenza e odio per omofobia e transfobia, dobbiamo sederci ad un tavolo” spiega alla Dire Donatella Conzatti, senatrice di Italia Viva, a proposito del disegno di legge Zan.

Italia Viva spesso subisce attacchi non corrispondenti al vero sulla posizione assunta in aula“, spiega Conzatti. “Noi siamo coloro che hanno depositato il testo di legge contro l’omofobia, il disegno di legge Scalfarotto che poi è confluito nel ddl Zan, che hanno votato questo testo e lo hanno difeso, votando anche contro la possibilità che fosse annacquato; abbiamo votato affinché fosse calendarizzato in aula e ieri abbiamo bloccato la richiesta di sospensiva del centro-destra. Abbiamo difeso il provvedimento con un solo voto a favore. Da più parti abbiamo sentito in aula che l’Italia ha bisogno di un disegno di legge sull’omofobia ma abbiamo anche sentito dire che gli elementi di criticità sono gli articoli 1, 4, il 7, ovvero la definizione di genere, la libertà di espressione e la scuola“, puntualizza. “Dobbiamo sederci ad un tavolo e trovare composizioni: sono facili da trovare sull’articolo 4, perché è stato inserito con emendamento alla Camera dal centrodestra che ora non lo vuole più. Nulla osta quindi a toglierlo”, esemplifica Conzatti.
L’articolo 21 della Costituzione è un faro, ci basta sulla libertà di espressione. Mentre sulla scuola sono state raccontate molte falsità sull’insegnamento delle teorie gender: a scuola non si è mai insegnata alcuna teoria sul genere.

La legge sull’educazione civica, che abbiamo voluto, prevede l’insegnamento dell’uguaglianza e della non discriminazione, così come c’è la buona scuola che prevede il rispetto delle differenze, e infine c’è il patto scuola-famiglia che regola i rapporti”, annovera la Senatrice. “Se qualcuno vuole che si scriva che ogni scuola è libera nella propria autonomia, penso si possa trovare il modo. L’articolo 1 invece tocca l’identità delle persone, è quindi questione più delicata e complessa -ammette- Dobbiamo dirci che la legge è buona se tutela tutte le persone, anche le persone in transizione. Se è un problema lessicale, allora possiamo tornare al testo Scalfarotto, che definiva l’azione e il comportamento dettati da omofobia o transfobia”, azzarda la Senatrice di Italia Viva, la quale invoca: “Chi vuole portare a casa questo disegno di legge è chi si siede a confrontarsi. I massimalisti che chiedono di andare avanti così con il testo com’è, allora lo fanno per una bandiera partitica ma non per approvare la legge”, chiosa.

“PRENDIAMOCI DEL TEMPO PER AVERE UN PARLAMENTO PIÙ PRONTO AL DDL ZAN”

Per la politica spesso ci vuole tempo, la società corre più veloce” dichiara Conzatti a proposito del ddl Zan. Interpellata dalla Dire, la senatrice di Italia Viva spiega che “sarebbe un buon passo avanti dare un certo tipo di messaggio, votando la legge così com’è. Ma se il Senato non è pronto per approvarlo, io dico che spesso l’ottimo è nemico del bene: prendiamoci del tempo per approvare ulteriori percorsi e avere un Parlamento più pronto“.

La senatrice ricorda la battaglia sulle unioni civili, durante il governo di Matteo Renzi, leader del suo partito: “Anche con le unioni civili si è fatto così, si è rinunciato al tema delle adozioni, il Parlamento non era pronto così come non è pronto adesso. Ma approvando la legge senza le adozioni abbiamo permesso alle persone di unirsi civilmente e festeggiare il loro amore. Facciamolo questo passo avanti di grande civiltà”.

Infine, Conzatti lancia un messaggio per la società civile: “Movimenti, influencer, le piazze, hanno il dovere e il diritto di esprimersi e di tifare per la legge che preferiscono ma il Parlamento è fatto di persone elette tra liste e partiti diversi e deve trovare una composizione. Siamo in Parlamento per votare le leggi e noi dobbiamo creare le condizioni perché queste leggi vengano votate”.

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