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Binaghi attacca Malagò: “Ha cercato di indirizzare Draghi per danneggiare gli Internazionali di Roma”

Il numero uno della Federtennis: "Il presidente del Coni si è rivolto al Governo prima cercando di non fare giocare a Roma Djokovic, poi i russi e bielorussi. Ma il premier ha capito"

Pubblicato:15-05-2022 14:52
Ultimo aggiornamento:15-05-2022 16:44

internazionali tennis roma
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(Crediti foto: Fit)

ROMA – Che gli Internazionali di tennis mettano a segno un ace dopo l’altro non è più una notizia. Eppure il torneo sui campi in terra rossa del Foro Italico per tutta la settimana clou ha abbattuto record tanto da far dire ad Angelo Binaghi che l’edizione numero 79 “a mia memoria non ha precedenti”. Nella consueta conferenza stampa di chiusura degli Internazionali, il presidente della Federtennis ha snocciolato numeri e mostrato slide che restituiscono l’immagine del torneo ormai evento che catalizza spettatori, sponsor, denaro, fascino.

Una festa, insomma. Che però secondo Binaghi stava per essere rovinata da quello che lui stesso ha definito “effetto Malagò“. “Il presidente del Coni prima ha cercato di non far giocare a Roma il numero uno del mondo Djokovic, poi non voleva che giocassero i russi e i bielorussi, tra cui Medvedev e Rublev”, ha sottolineato Binaghi.


Malagò ha chiesto al Governo di intervenire nell’autonomia dello sport, proprio lui che in passato se ne era lamentato“, ha aggiunto Binaghi, secondo cui il numero uno del Coni “ha cercato di indirizzare il premier Draghi verso una decisione che avrebbe danneggiato gravemente e irreparabilmente un patrimonio dello sport italiano“.

Giusto il tempo di mettere in archivio numeri e record, infatti, che lo spazio è tutto per l’invettiva contro il presidente del Coni. “Ha cercato di danneggiare gli Internazionali, prima ha tentato di non far giocare a Roma il numero uno del mondo Djokovic, poi non voleva che giocassero i russi e i bielorussi”. Binaghi si riferisce all’intrigo che ha tenuto banco nelle settimane precedenti agli Internazionali, quando sembrava che il Governo potesse esprimersi su un bando ai giocatori russi e bielorussi a causa del conflitto in Ucraina. Governo che, sempre secondo Binaghi, sarebbe stato chiamato in causa proprio da Malagò con la richiesta di seguire le indicazioni del Comitato Olimpico Internazionale. “Devo dire grazie al premier Draghi e al governo, che per fortuna hanno capito tutto”, la conclusione di Binaghi.

Il presidente della Fit ha continuato: “Devo dire grazie al premier Draghi e al Governo, che per fortuna hanno capito tutto: 40 milioni di fatturato e un indotto stimato intorno ai 150 milioni di euro non sono solo numeri. Far crescere il fatturato significa far crescere la nostra economia, avere più spettatori significa avere più benessere per la collettività e più lavoro”. Per Binaghi, “il fatturato previsionale della Federtennis, aggiornato alla fine degli Internazionali, punta a 150 milioni di euro: stiamo diventando un colosso e per certi versi è preoccupante“.

LA POLEMICA SUI TENNISTI RUSSI E BIELORUSSI

“Abbiamo analizzato bene le sue parole”, ha poi aggiunto Binaghi, riferendosi al presidente del Coni, Giovanni Malagò. “Ha detto: ‘Il tennis segua le indicazioni del Cio sui russi’. Se però guardiamo a quello che ha scritto il Cio, noi siamo al punto due: per questioni legali e contrattuali era sufficiente fare quello che Itf, Atp e Wta hanno fatto con una circolare alla quale noi ci siamo attenuti: il board Itf ha sospeso i russi e i bielorussi da ogni competizione, gli eventi in quei Paesi sono stati annullati e i giocatori hanno potuto giocare senza bandiera e a titolo individuale“, ha ricordato il presidente della Fit.

Per Binaghi, “non è vero che il Cio aveva dato indicazioni differenti rispetto a quelle su cui ci si stava attenendo e non è vero che tutte le Federazioni internazionali hanno seguito le indicazioni del Cio, tranne il tennis: ci sono state l’Uci, la Fiba, la Fia e in casa nostra squadre di pallavolo o la stessa Atalanta nel calcio”.

“MALAGÒ OSSESSIONATO DA SPORT E SALUTE”

“Anche Malagò – ha rimarcato Binaghi – sa che non far giocare i russi e i bielorussi a Roma avrebbe avuto conseguenze che vanno dallo sciopero dei giocatori alla possibile revoca definitiva della licenza per gli Internazionali“. Un rischio che incombe anche su Wimbledon. “Mi chiedo dunque – ha proseguito il presidente della Federtennis – come è possibile che colui che detiene la presidenza di un ente pubblico possa dare una lettura distorta del Cio, capace di mettere a rischio l’esistenza stessa della manifestazione. La verità è che noi abbiamo rispettato la vera decisione del Cio e siamo vittime della sua ossessione per Sport e Salute”.

L’APPELLO AL GOVERNO: “FATECI LAVORARE SENZA INTERFERENZE”

Il numero uno della Fit è tornato poi a rivolgersi all’esecutivo: “Ci appelliamo al Governo per poter continuare a operare per creare sviluppo nel tennis, nel padel e nell’indotto, nel rispetto delle regole e – lo voglio sottolineare – del Coni. Ma senza interferenze esterne, soprattutto mantenendo il sacrosanto diritto di esprimerci sulla bontà della riforma del 2018 e sull’operato di Sport e Salute“.

160MILA EURO DI INCASSI DESTINATI ALLA FEDERAZIONE UCRAINA

In conferenza stampa, Binaghi ha anche annunciato una iniziativa benefica: “Insieme a Sport e Salute e anche con i russi e i bielorussi in campo abbiamo deciso di destinare l’1% degli incassi della biglietteria degli Internazionali, per una cifra pari a 160mila euro, alla Federazione ucraina per sostenere i giovani tennisti. Riteniamo che il Cio apprezzerà questa iniziativa forse più delle parole di Malagò”.

I NUMERI DEL SUCCESSO DEGLI INTERNAZIONALI

“Due dati misurano il nostro successo – ha spiegato Binaghi – Gli hotel di Roma sono pieni al 90% di turismo di qualità, con ampia capacità di spesa, il che è un’ottima notizia per il territorio. Poi abbiamo superato il record storico di incassi e presenze di un evento sportivo: nel 2019 il Gran Premio di Monza di F1 aveva raggiunto 15,6 milioni di introiti, con oltre 155mila spettatori; noi, già ieri sera, abbiamo superato i 16 milioni di incassi e oggi raggiungiamo i circa 230mila spettatori“. Ma qui il presidente della Federtennis si è tolto un sassolino dalla scarpa: “C’è una differenza. Noi non utilizziamo un euro di fondi pubblici“.

E il rosario di cifre vertiginose continua a essere sgranato: “L’andamento degli incassi dal 2004 a oggi ha registrato un +874% con un fatturato che supera i 40 milioni di euro”, ha proseguito Binaghi, che poi ha messo il carico dimostrando la crescita negli ultimi venti anni dell’operatività della Fit: +906% di aumento di fatturato.

Infine, altro sassolino, una battuta sul sistema dello sport italiano. “Va riformato, è evidente. È immutato da decenni. Ad esempio bisognerebbe accorpare federazioni che possono stare insieme e il padel lo ha fatto con noi. Ci sono federazioni che non hanno più ragion d’essere e che economicamente non possono stare in piedi. Si dà loro una valanga di soldi per mantenere la struttura, ma sono soldi improduttivi per lo sport perché non vanno agli atleti”.

COZZOLI: “INTERNAZIONALI DA RECORD, FORO ITALICO CENTRO DEL MONDO”

“La 79esima edizione degli Internazionali Bnl d’Italia è stata un’edizione da record. Un successo meritato“. Così in conferenza stampa Vito Cozzoli, presidente e ad di Sport e Salute, nel giorno conclusivo della manifestazione. “La dimostrazione che lo sport è ripartito, coinvolgendo tutti: dall’amatore al campione. Lo dicono i numeri dei botteghini, i dati degli appassionati di tennis distribuiti tra i 15 campi del circuito, le percentuali degli spettatori davanti alla tv e dei followers”, ha osservato Cozzoli.

Il Foro Italico, “la ‘casa dello sport italiano’, ancora una volta, si è trasformato nel centro del mondo, che ha saputo e voluto lanciare un messaggio di pace, di speranza, di inclusione e di rilancio“, ha aggiunto il numero uno di Sport e Salute, che ha poi sottolineato il risvolto sociale degli Internazionali: “Abbiamo consentito a migliaia di bambini e alunni di assistere ad incontri spettacolari, avvicinarsi al tennis, allo sport, avendo anche l’opportunità di fare due scambi con i più grandi tennisti del mondo”.

I numeri “sono tali da dimostrare questa ‘fame’ di sport, sono numeri di successo da grande evento, ma quello che Sport e Salute vuole è che escano da questa cornice, che vengano proiettati sul territorio e non solo della città di Roma, ma di tutta Italia, nei piccoli centri e nelle periferie“. Per Cozzoli bisogna partire “dal grande evento arrivando alle palestre, alle associazioni, ai campetti. I progetti di inclusione, quelli che riguardano i quartieri ed anche quelli nelle scuole e lo sport nei parchi hanno questo obiettivo”.

VEZZALI: “FELICE DELLA NON INGERENZA DEL GOVERNO SUI RUSSI”

Sono felice che il Governo non abbia ingerito in questa situazione, consentendo agli Internazionali di essere un evento importante che ha rilanciato il nostro Paese verso la pratica sportiva e non solo per il turismo”. Lo ha detto la sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali, interpellata sulla polemica innescata dal presidente della Federtennis, Angelo Binaghi, che ha accusato il numero uno del Coni di aver “cercato di indirizzare il premier Draghi” per evitare che i russi e i bielorussi giocassero a Roma.

“La politica non deve ingerire nello sport, che ha la sua autonomia – ha aggiunto Vezzali a margine della finale maschile di Roma – Il Cio ha espresso le proprie linee e nell’ambito di queste si sono svolti gli Internazionali, consentendo agli atleti russi di gareggiare senza bandiera. Tutto è stato fato stato fatto nella logica di quanto previsto dal Cio. Lo sport ha un unico linguaggio di solidarietà, accoglienza e pace“.

Infine, Vezzali ha sottolineato che “gli Internazionali sono stati un successo in termini di pubblico e spettacolo, sono davvero contenta del risultato che consentirà tra l’altro alla Federazione tennis di elargire parte degli incassi agli atleti ucraini, a dimostrazione che c’è massima attenzione da parte degli organismi sportivi verso una tematica così importante che sta a cuore a tutti noi”, in riferimento al conflitto in Ucraina.

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