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Alleanze sui programmi, Pd e M5s più vicini. Ma l’Europa li divide

L'analisi dell'Istituto Cattaneo

Pubblicato:15-03-2018 07:19
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:37
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ROMA – Qual e’ il governo piu’ probabile sulla base dei programmi elettorali? Se lo e’ chiesto l’Istituto Cattaneo, secondo cui un’alleanza tra Centrosinistra e Movimento Cinque Stelle e’ la piu’ probabile dal punto di vista dell’asse destra-sinistra, che dal punto di vista dei diritti civili e sociali. A dividere Pd e grillini e’ l’Europa.

Se invece di ‘un’agenda progressista’ dovesse prevalere nella scelta dei partiti un’impostazione critica nei confronti dell’Unione europea, infatti, allora sarebbe piu’ probabile un’alleanza tra centrodestra e M5s.

In base a questa “agenda sovranista” convergerebbero Lega, Fratelli d’Italia, M5s e, in una posizione di cerniera verso le posizioni più moderate in senso europeista, Forza Italia.


M5S E’ IL NUCLEO CENTRALE DELL’ATTUALE SISTEMA DEI PARTITI

In ogni caso il M5s sarebbe il partito cosiddetto ‘mediano’, cioè quell’attore politico in grado di giocare un ruolo strategico fondamentale nella formazione del governo. Va precisato che ‘partito mediano’ non è sinonimo di ‘partito di centro’ ma e’ il partito che contiene al suo interno quel votante (mediano) che, indipendentemente dalla sua posizione ideologica, divide esattamente a metà la distribuzione dei seggi in parlamento. E’ il partito che ha un maggiore potere contrattuale. Nelle democrazie dell’Europa occidentale il partito ‘mediano’ è stato incluso nel 77% dei governi che si sono formati dal 1945 al 2015.

Sulla base dell’analisi dei programmi elettorali dei partiti e delle loro posizioni nello spazio politico il M5s risulta non solo il partito al centro, collocato a metà strada tra le principali forze politiche, ma anche il partito ‘mediano’ in parlamento, in grado cioè di condizionare la formazione di qualsiasi governo. E’ cioe’ difficilmente ‘scavalcabile’ o ignorabile nella fase delle trattative sulla formazione del governo. Inoltre, essendo il primo gruppo politico in parlamento per numero di eletti, il Movimento 5 stelle rappresenta il cuore dell’attuale sistema dei partiti, vale a dire quel nucleo centrale del quale difficilmente si potrà fare a meno in una eventuale coalizione governativa.

Lungo l’asse sinistra-destra, scrive l’Istituto Cattaneo, “i partiti più vicini e programmaticamente compatibili sono il Partito democratico (con alleati), il M5s e Forza Italia. Più distanti sono invece le posizioni della Lega e Fratelli d’Italia rispetto sia al loro alleato ‘naturale’ (Forza Italia) che a un alleato potenziale come il M5s. Tuttavia le convergenze programmatiche emerse prendendo in considerazione l’asse sinistra-destra si trasformano in divergenze appena si analizza la seconda dimensione, quella relativa al ruolo dell’Unione europea”.

Da questo punto di vista “il programma del M5s rimane maggiormente compatibile con quello delle altre forze anti-europeiste, come la Lega e Fratelli d’Italia, mentre si allontana rispetto a quelli dei partiti più favorevoli a una maggiore integrazione europea (centrosinistra e Pd in particolare)”.

Se viene inserita nella trattativa tra i partiti la dimensione della divisione tra conservatori e progressisti nel contesto dei diritti civili e sociali, e la si incrocia con quella tradizionale tra partiti di sinistra e di destra, “emerge chiaramente la maggiore compatibilità programmatica del blocco di centrosinistra con il M5s, in particolar modo tra il Pd e i 5 stelle. Dunque, i temi dei diritti civili e sociali – a differenza delle tematiche europee – potrebbero rappresentare un terreno di incontro per favorire un accordo programmatico tra il M5s e i partiti di centrosinistra. Allo stesso tempo esistono distanze all’interno della coalizione di centrodestra, soprattutto tra le istanze maggiormente ‘progressiste’ di Forza Italia e l’impianto fortemente ‘conservatore’ del programma della Lega”. Anche in questo caso, se includiamo nuovamente la divisione europea nell’analisi, “il blocco formato da centrosinistra e M5s si spezza e tornano più probabili accordi programmatici tra le forze di centrodestra (in primis, Forza Italia) e il partito guidato da Di Maio”.

Qual è allora lo scenario più probabile per la formazione del prossimo governo?

“Un’alleanza (esplicita o implicita) tra il M5s e il centrosinistra è prevedibile nel caso in cui la questione europea venisse ‘neutralizzata‘, cioè esclusa dall’accordo politico, oppure se i 5 stelle decidessero di smussare ulteriormente le loro preferenze euroscettiche. Naturalmente, il confronto tra i partiti e gli eventuali accordi di governo non si baseranno soltanto sui loro programmi elettorali, ma entreranno in gioco anche altri fattori, sia personali che istituzionali, che influenzeranno gli esiti delle trattative, rendendo ancor più complicato lo scenario post-voto. Se nessuna delle due agende (progressista o sovranista) dovesse trovare il necessario sostegno parlamentare, è probabile si faccia strada una terza agenda condivisa da tutti i partiti nella quale le principali dimensioni del conflitto politico sono accantonate a favore di un programma minimale e con un orizzonte temporale limitato”.

In questo caso, “si tratterebbe di una ‘agenda istituzionale’ circoscritta attorno alla quale costruire un governo ‘di tutti’ o, nella variante tecnica, ‘di nessuno’. E se anche questa agenda non dovesse ottenere il necessario sostegno dai partiti, il pallino tornerà in mano agli elettori con il compito di imporre una nuova e più chiara agenda elettorale”.

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