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Caso Indi, il medico legale: in Italia come in UK si tutela minore non desiderio genitori

La legge è la 219 del 2017, all'articolo 3. E sul Bambino Gesù che era pronto ad accogliere Indi il professor Macrì domanda: "Ma che terapia volevano fare se è una patologia incurabile?

Pubblicato:14-11-2023 16:56
Ultimo aggiornamento:15-11-2023 14:15
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giustizia
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ROMA- Quello che è accaduto ai genitori di Indi poteva avvenire anche in Italia. La legge “è la 219 del 2017, all’articolo 3. I genitori hanno la responsabilità genitoriale se agiscono nel supremo interesse del figlio, ma già adesso il medico e il giudice tutelare hanno superiorità in taluni casi, pensiamo alle vaccinazioni”. Lo ha ribadito, raggiunto dalla Dire, Pasquale Giuseppe Macrì, medico legale e membro del Comitato Scientifico della Fondazione Sicurezza in Sanità presso l’Istituto Superiore di Sanità.

“Secondo il nostro ordinamento- ha spiegato l’esperto- ai genitori è riconosciuta la responsabilità della persona minore ove questi devono agire nel supremo interesse del figlio, della sua salute psicofisica e nel rispetto della sua dignità. Oltre ai genitori, la tutela della salute del minore è garantita dal medico curante e, qualora i responsabili genitoriali rifiutino cure appropriate e necessarie, è previsto il coinvolgimento del giudice tutelare a ulteriore salvaguardia del benessere della persona minore”.
I genitori di Indi non erano abusanti e chiedevano solo di continuare le cure palliative. C’è una differenza tra genitori abusanti o violenti e due genitori normali come in questo caso: in un primo caso interviene il Tribunale per i minorenni nell’altro appunto il giudice tutelare “che tutela soggetti fragili come i minori dai genitori che chiedono trattamenti del tutto irrazionali”, ha sottolineato Macrì. “Nel caso specifico, i genitori richiedevano il proseguimento di trattamenti la cui prosecuzione è stata ritenuta irragionevole e sproporzionata dai professionisti sanitari, dal comitato etico e dai giudici, non privando certo la bambina delle cure palliative divenute, probabilmente, non più adeguate a lenire le sofferenze indotte dalla patologia. Da tali presupposti è scaturita la decisione, certo sofferta, di interrompere la ventilazione meccanica da considerarsi ormai quale una forma di accanimento terapeutic”.

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“Nessuna differenza tra la Gran Bretagna e quanto previsto in Italia”, ha ribadito. E sul Bambino Gesú, che era pronto ad accogliere Indy, Macrì ha aggiunto: “Quale terapia proponevano se è una patologia incurabile e fonte di sofferenze resisteni alle cure palliative? I beni da tutelare sono la salute e la dignità del minore, non il desiderio dei genitori”, ha concluso.

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