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Addio a Letizia Battaglia: la fotografa è morta a 87 anni

La celebre fotografa palermitana era malata da tempo. Iconici i suoi scatti di vicende di mafia, ma anche le bambine spesso protagoniste delle sue foto hanno diviso l'opinione pubblica

Pubblicato:14-04-2022 08:30
Ultimo aggiornamento:20-04-2022 12:36
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letizia battaglia
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ROMA – È morta Letizia Battaglia. La celebre fotografa palermitana aveva 87 anni ed era malata da tempo. La notizia del decesso è stata data dal sindaco Leoluca Orlando. Profondamente legata alla sua città, era diventata famosa fissando in uno scatto numerose vicende legate alla mafia, tra cui la morte del presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella, avvenuta il 6 gennaio 1980 in via Libertà: Battaglia fu la prima ad arrivare sulla scena del crimine e immortalare l’omicidio del fratello del presidente della Repubblica.

Personaggio fuori dagli schemi, Letizia Battaglia oltre che per le foto di mafia è ricordata per le bambine spesso protagoniste dei suoi scatti, con cui raccontava Palermo, i suoi quartieri e le sue difficoltà, ma anche la voglia di riscatto. Foto che in più occasioni hanno scatenato polemiche e diviso l’opinione pubblica.


La sua carriera da fotografa professionista era iniziata tardi, per il quotidiano ‘L’Ora’. Per Palermo e la Sicilia si era impegnata anche in politica: fu assessora comunale nelle giunte Orlando alla fine degli anni ’80 e deputata regionale negli anni ’90.

A PALERMO OMAGGIO A LETIZIA BATTAGLIA, TANTI A CAMERA ARDENTE

Nell’atrio che accoglie il feretro di Letizia Battaglia spicca una delle sue foto più famose, quella ‘Bambina col pallone‘ che l’obiettivo della sua macchina fotografica ‘catturò’ 42 anni fa tra i vicoli della Cala, nel cuore della vecchia Palermo. Palazzo delle Aquile, sede del Comune, accoglie dalle 12 di questa mattina un continuo pellegrinaggio per la fotoreporter scomparsa ieri all’età di 87 anni.

La camera ardente resterà aperta per tutta la notte, e domattina l’ultimo saluto laico alla fotografa che raccontò i delitti di mafia e le umanità più spontanee di Palermo. Il Municipio che si affaccia su piazza Pretoria accoglie i palermitani con le bandiere listate a lutto.
“Tantissima gente da questa mattina”, racconta il vigile urbano che davanti al portone verifica il Green pass di tutti coloro i quali sono arrivati per rendere omaggio a Letizia Battaglia. Tanti palermitani ma anche turisti: “Un affetto sincero, come sincera era mia madre”, racconta Cinzia Stagnitta, una delle tre figlie della fotografa che veglia il feretro della madre con le sorelle Shoba e Patrizia. “Ha fatto tanto per questa città – ricorda – e fa piacere vedere l’affetto di tanta gente che ci sta dimostrando vicinanza in tanti modi”.

Ad accogliere tutti il sindaco, Leoluca Orlando, che con la fotoreporter ebbe un lungo sodalizio, pur con alti e bassi nel rapporto tra i due. Battaglia fu chiamata dal ‘Professore’ a fare parte della giunta ‘anomala’ che a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 rivoluzionò la politica palermitana e siciliana: Orlando sindaco, la Dc di Salvo Lima e Vito Ciancimino all’angolo e squadra di governo con Pci, sinistra, verdi e socialdemocratici. “Realizzammo una operazione politica mai fatta prima nella storia di Palermo e d’Italia – sottolinea Orlando affidando alla Dire i ricordi di quell’epoca -. Un’alleanza tra i cattolici democratici della Dc e i comunisti, inedita edizione di un compromesso storico che prima di quel tempo era stato fermato dal piombo con gli omicidi di Aldo Moro e Piersanti Mattarella. Quella fu definita una giunta ‘anomala’ ed era normale – spiega Orlando – che scegliessi per il ruolo di assessore una ‘anomala’ come Letizia”.

La fotografa prese la delega al Verde: “Ogni mattina alle 6 aspettava i giardinieri sul posto di lavoro e in giunta portava delibere decisamente ‘eversive’, che però avevano come unico obiettivo il sostegno agli invisibili”. Erano gli stessi “invisibili” che la fotoreporter del giornale L’Ora coglieva per le strade di una Palermo buia e in mano alle cosche: “Lei era oltre l’ipocrisia e il perbenismo di maniera – ricorda ancora Orlando -. Con il suo ‘scatto’ riusciva a mostrare l’invisibile, le persone con i loro sentimenti. Letizia, come padre Pino Puglisi, ha fatto vera ‘antimafia’, andando oltre Cosa nostra e guardando ai diritti. Se Palermo, oggi, è passata da città della mafia a città dei diritti lo dobbiamo anche a lei”.

L’ultimo incontro tra Orlando e Battaglia poche settimane fa, per i cento anni dell’antica torrefazione Stagnitta, a pochi passi da Palazzo delle Aquile, e il ricordo si fa dolce. “Era elegantissima, nonostante si fosse mossa a fatica da casa. Da quel momento qualche telefonata, anche nei periodi in clinica. Mi disse: ‘Luca, sono alla terza polmonite'”. C’è tempo per un ultimo ‘scatto’ nell’album dei ricordi: “Amava la città, mi ha amato e l’ho amata“.

ORLANDO: “CHIEDEVA ATTENZIONE PER GLI ULTIMI”

“Per Letizia la politica era la vita: per lei vivere da fotografa, da madre e da assessore era la stessa cosa e per questo quando sono iniziate le esperienze delle giunte anomale, e poi della Rete, era normale che fossimo insieme e che lei svolgesse il ruolo di assessore”. Questo il ricordo di Letizia Battaglia, scomparsa ieri, da parte del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che volle la fotografa nella sua ‘giunta anomala’ di fine anni Ottanta che segnò la rottura con la Dc andreottiana.

“Letizia svolgeva il suo ruolo di assessore senza fare distinzione tra il mondo dei sentimenti e quello degli atti amministrativi. Chiedeva con forza attenzione per gli ultimi, per gli invisibili e per gli emarginati“. E infine: “Quante volte mi ha rimproverato spingendomi a fare di più e a fare meglio, grazie Letizia”.

IL CORDOGLIO DI FRANCESCHINI

“Addio a Letizia Battaglia. Una grande fotografa, una grande donna italiana che con la sua arte e le sue fotografie ha portato avanti importanti lotte di denuncia e di impegno civile“. Così il ministro della Cultura, Dario Franceschini, che si stringe ai familiari e agli amici di Letizia Battaglia.

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