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Scatta la petizione per eliminare le prove Invalsi dal Curriculum dello studente

L'iniziativa promossa dal CRESPI (Centro Interuniversitario di Ricerca Educativa sulla Professionalità dell'Insegnante) e dal CVE (Coordinamento per la Valutazione Educativa) ha quasi raggiunto 5mila firme

Pubblicato:14-03-2024 14:46
Ultimo aggiornamento:14-03-2024 14:46
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maturità
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ROMA – Ha quasi raggiunto l’obiettivo delle 5mila firme la petizione lanciata sulla piattaforma change.org per rivedere la scelta di introdurre le prove Invalsi nel curriculum dello Studente. La petizione, firmata dal CRESPI (Centro Interuniversitario di Ricerca Educativa sulla Professionalità dell’Insegnante) e dal CVE (Coordinamento per la Valutazione Educativa) definisce la scelta del ministero dell’Istruzione “un errore scientifico, educativo e politico”, “frutto di gravissimi errori di natura scientifica, educativa e politica. Riteniamo che questi tre errori siano legati tra loro da una visione antiscientifica, antieducativa e antidemocratica dei rapporti tra scuola e società”.

Dal punto di vista scientifico, si legge nel testo, non sono state considerate “le indicazioni provenienti dalla ricerca educativa sui danni legati a un uso improprio di prove standardizzate”. Prove che, secondo i firmatari, “possono fornire indicazioni preziose se finalizzate a gettare luce sui punti di forza e di debolezza del nostro sistema educativo ma tendono a compromettere la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento se vengono assunte come obiettivo e impiegate per rilevare lo sviluppo di competenze di singoli individui”.

C’è poi, secondo la petizione, un errore di natura educativa, che “consiste nella messa in discussione dell’autonomia e della libertà di scuole e docenti. Sappiamo che la valutazione e la certificazione delle competenze sviluppate da studentesse e studenti sono operazioni complesse e dinamiche. Pertanto, esse non possono essere risolte con la somministrazione di una singola prova da parte di un ente esterno ma, al contrario, rappresentano una responsabilità che va affidata al corpo docente e alla comunità educante”.
Infine, “il terzo errore è di natura politica e consiste nella scelta di aver sottratto questa gravissima e deleteria decisione al dibattito parlamentare e alla discussione pubblica, senza aver prestato ascolto alle voci della scuola e, più in generale, della società civile”.


“Per questi motivi chiediamo di aprire una riflessione e un confronto sull’uso delle prove INVALSI prima di assumere decisioni che potrebbero rivelarsi deleterie– si legge ancora nella petizione- Come evidenziato decenni fa da Aldo Visalberghi – uno dei padri dello sperimentalismo educativo italiano – pensare di affrontare il problema delle differenze territoriali nella valutazione intervenendo non sulle condizioni strutturali che determinano le disparità di opportunità educativa ma imponendo una valutazione standardizzata è una scelta che rischia di riprodurre, rafforzare e legittimare le differenze esistenti. Una scelta che, ancora una volta, deresponsabilizza la politica scaricando sulle spalle di scuole, docenti, studentesse e studenti tutto il peso di disuguaglianze e ingiustizie di natura sociale ed economica”.

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