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“Land grabbing” in Madagascar, istanza verso un’azienda italiana

Attivisti comunitari contro le monocolture della Tozzi Green

Pubblicato:13-10-2023 11:43
Ultimo aggiornamento:19-10-2023 19:09
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grano_agricoltura
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ROMA – Salvaguardare i diritti umani e l’ambiente contrastando il “land grabbing”, l’accaparramento di terre: questo l’obiettivo di un’istanza presentata da attivisti comunitari del Madagascar insieme con l’ong ActionAid che chiamano in causa la multinazionale italiana Tozzi Green, di base a Ravenna.
Del procedimento, al via oggi, si è riferito nel corso di una conferenza stampa online. All’incontro hanno partecipato i rappresentanti dell’istanza malgasci e italiani, sostenuti dalla ong belga Entraide et Fraternité.

Secondo l’avvocato Luca Saltalamacchia, intervenuto alla conferenza, alla base dell’azione c’è l’accusa che “la pratica del ‘land grabbing’ costituisce una violazione delle linee guida per i diritti fondamentali delle comunità locali”.

L’istanza è stata presentata presso il punto di contatto italiano dell’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. La condotta contestata a Tozzi Green e a una sua filiale locale riguarda la coltivazione di un terreno di 11mila ettari nella regione di Ihorombe, nel centro-sud del Madagascar. Nell’area, è stato sottolineato durante la conferenza, “sono prodotte monocolture di mais per gli allevamenti e trasformate le piantagioni di geranio in oli essenziali venduti per l’esportazione”.
Attività agroindustriali, queste, che sono “fortemente contestate” dalle comunità locali.


I promotori dell’incontro hanno sottolineato che “il punto di contatto all’Ocse ha il compito di mediare tra l’azienda italiana e le organizzazioni che hanno presentato l’istanza per trovare un accordo in modo da salvaguardare i diritti umani e l’ambiente, secondo quanto stabilito dalle Linee guida volontarie dell’Ocse”.

Il coinvolgimento di Entraide et Fraternité si lega anche al fatto che nel 2020 Tozzi Green ha ricevuto un prestito di 3,5 milioni di euro dal governo belga attraverso la sua banca di investimenti Bio, un istituto che dovrebbe sostenere lo sviluppo locale, la sicurezza alimentare e il rispetto dei diritti umani e ambientali.
Saltalamacchia, al contrario, ha denunciato che al momento “in Madagascar l’insicurezza alimentare si sta aggravando con la complicità di dirigenti malgasci e che l’attività della monocoltura su grande scala sta violando i diritti delle comunità”.

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