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Congo, accordo minerario con una multinazionale russa preoccupa la società civile

Il governo ha firmato un protocollo d'intesa con Alrosa per lo sfruttamento di diamanti. Ma secondo gli attivisti di 'Lucha', l'azienda è corresponsabile di disastro ambientale e non rispetta gli standard di sicurezza

Pubblicato:13-09-2021 18:48
Ultimo aggiornamento:13-09-2021 18:48

repubblica democratica congo
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ROMA – Un protocollo d’intesa firmato dal governo congolese e dalla multinazionale russa Alrosa per lo sfruttamento di un giacimento di diamanti preoccupa ‘Lucha – Lotta per il cambiamento’, uno dei più importanti movimenti sociali della Repubblica democratica del Congo.


Gli attivisti avvertono prima di tutto che Alrosa è corresponsabile di un disastro ambientale che si è verificato proprio a inizio mese: un’azienda per l’estrazione e la lavorazione dei diamanti nella vicina Angola, di cui il marchio russo detiene il 41% delle quote, ha sversato metalli pesanti in un affluente minore del fiume Kasai. A causa dell’incidente dodici cittadini congolesi hanno perso la vita e altri 4.500 sono rimasti intossicati. Il governo di Kinshasa ha risposto all’emergenza inviando almeno 40 tonnellate di medicinali.


Lucha, un’organizzazione che riunisce migliaia di giovani in tutto il Paese, denuncia che Alrosa avrebbe dato prova di non rispettare gli standard sulla sicurezza delle aziende. Gli attivisti hanno inoltre sottolineato che oltre alla bonifica è necessario definire i risarcimenti per le comunità colpite dal disastro. L’intesa siglata giovedì scoso tra Alrosa e la Società estrattiva di Bakwanga (Miba), per l’80% detenuta dallo Stato, rischierebbe così di oscurare queste priorità.



In una nota condivisa sul proprio sito web, Lucha sottolinea anche un altro problema: i funzionari di governo che hanno negoziato l’accordo per la gestione della Miba sarebbero a vario titolo colpiti da inchieste per corruzione, e pertanto sono definiti “indegni” dell’incarico: “Nonostante l’esborso di 11 milioni di dollari tra il 2018 e il 2021 (di cui 6 milioni in aiuti di Stato), la Miba continua a denunciare miseria, i lavoratori continuano ad accumulare arretrati e l’indagine che avrebbe dovuto fare chiarezza sulla situazione generale dell’azienda non è mai stata portata a termine”.

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