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Tg Sanità, edizione del 13 aprile 2020

Edizione del 13 aprile 2020

Pubblicato:13-04-2020 10:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:07

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CORONAVIRUS. BRUSAFERRO (ISS): SEGNALI POSITIVI, MA NON ABBASSARE GUARDIA

“La curva dei contagi ci mostra chiaramente una situazione di decrescita. È un segnale positivo, che però non deve farci abbassare la guardia”. Lo ha detto il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, nel corso della conferenza stampa sull’aggiornamento dell’andamento epidemiologico del Covid-19. “Dopo Pasqua, al di là delle decisioni che saranno prese dal nostro governo- ha proseguito Brusaferro- l’obiettivo prioritario sarà quello di mantenere i contagi sotto la soglia di R0 uguale a 1, altrimenti la curva riparte”. 

CORONAVIRUS. PREGLIASCO: PER ‘FASE 2’ TURNI LAVORO E ADDIO ‘TAVOLATE’ IN LOCALI

“In ogni azienda sarà necessario adottare alcune nuove misure, come per esempio ingressi o turni scaglionati, per ridurre l’affollamento in un determinato ufficio oppure in un’azienda. Dove possibile potrebbe essere prolungato lo smart working”. A dirlo è Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi, intervistato dall’agenzia Dire in merito alle prospettive che a breve potranno riaprirsi per il nostro Paese nella seconda fase di emergenza legata al Coronavirus. “Per quanto riguarda le attività quotidiane di ciascuno di noi- ha aggiunto il virologo- purtroppo credo che dovremo continuare in quello che già abbiamo dovuto attuare, per esempio con le code davanti al supermercato o ai negozi, così come bisognerà ripristinare in modo sistematico gli appuntamenti dal parrucchiere o dall’estetista”. Quando riapriranno i primi locali, invece, in linea generale si dovrà optare per un distanziamento “di almeno due metri tra un tavolino e l’altro- ha concluso infine Pregliasco- per permettere ai camerieri, che dovranno avere i dispositivi di protezione individuale e i guanti, di servire al tavolo”.


CORONAVIRUS. A PADOVA RICOVERATO PAZIENTE USTIONATO AL 60%, È POSITIVO A COVID-19

È ricoverata nel reparto grandi ustioni dell’Ospedale di Padova, dopo essere stata vittima di un incidente domestico, una persona risultata positiva al Covid-19. “Il nostro protocollo prevede per i pazienti ustionati l’esecuzione del test all’accoglimento”, ha fatto sapere all’agenzia Dire il dottor Bruno Azzena, chirurgo plastico e direttore del Centro Grandi Ustionati dell’Ospedale di Padova, che poi ha raccontato racconta: “Si tratta di una persona di mezza età con un’ustione che puoò essere calcolata in una percentuale estesa intorno al 60%. L’assistenza per questa persona è doppiamente complessa, perché ad un’ustione importante si aggiunge il Covid”. Un paziente ustionato ha già di per sé il rischio di avere complicanze respiratorie e a questo “potrebbe sovrapporsi lo sviluppo di un complesso quadro polmonare legato al virus- ha concluso il medico- In questo momento la sua prognosi è ovviamente riservata”.

CORONAVIRUS. FEDERLAB: LABORATORI PRIVATI A DISPOSIZIONE PER TAMPONI

“Riteniamo che tutti i laboratori privati che abbiano i requisiti, vista la scarsa produttività di quelli pubblici, debbano poter fare tamponi e test. Questo per avere una valutazione epidemiologica molto più precisa rispetto a quella che c’e’ in questo momento”. Lo ha detto all’agenzia Dire Gennaro Lamberti, presidente di Federlab Italia, associazione di categoria fra le più rappresentative a livello nazionale del comparto della laboratoristica e dei centri poliambulatoriali privati accreditati con il Servizio sanitario nazionale. “Le strutture private accreditate- ha fatto sapere quindi Lamberti- si mettono gratuitamente a disposizione per svolgere questo tipo di attività. Devono semplicemente fornirci i reagenti, che devono essere acquistati dal pubblico, ovviamente sotto il coordinamento di una struttura pubblica che determinerà i protocolli necessari”. 

CORONAVIRUS. PSICHIATRA: ABITUATI A ‘STARE CHIUSI’, ORA PREOCCUPA VECCHIA VITA

Gli italiani attendono il momento della riapertura del Paese, ma allo stesso tempo è l’aspetto che li preoccupa di più. C’è panico per l’incertezza del futuro e per come ci si dovrà riadattare alle vecchie abitudini quotidiane. Mentre, quasi a sorpresa, chi ha già confidenza con una dimensione di malessere sta reagendo meglio all’attuale situazione di isolamento. L’agenzia Dire ha intervistato su questi temi Santo Rullo, fondatore della struttura riabilitativa Villa Letizia di Roma. “Le persone con disturbo psichiatrico conclamato stanno reagendo meglio a questo momento di isolamento forzato- ha fatto sapere l’esperto- perché in qualche modo sono più pronte ad affrontare situazioni complesse”. A passarsela meno bene, invece, sono quelle persone non abituate a situazioni di costrizione, che stanno sviluppando un “‘disturbo dell’adattamento’, con aumento di ansia, depressione, ma anche banalmente di scoppi di rabbia e incomprensioni nell’ambito relazionale di coppia”, ha concluso.

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