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Fanuli: “Servono interventi urgenti per un Paese moderno e competitivo”

La dirigente della Lega Lazio propone un piano per la formazione continua e una patente delle competenze, oltre alla riforma del reddito di cittadinanza, per rilanciare il mondo del lavoro

Pubblicato:13-01-2022 11:37
Ultimo aggiornamento:13-01-2022 11:45
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fanuli lega lazio
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ROMA – “All’indomani dell’elezione del Capo dello Stato sarà il momento di tirare le somme sulla legislatura che sta giungendo a termine. Il futuro Governo dovrà mettere in atto misure concrete, al fine di non perdere importanti occasioni verso l’obiettivo di mantenere il sistema Paese quanto più competitivo sui mercati internazionali“. Inizia così una riflessione di Eloisa Fanuli, dirigente della Lega Lazio, sul mondo del lavoro che verrà e sugli interventi necessari.


“Occorrerà, quindi – spiega l’esponente leghisa – che il prossimo dicastero del Lavoro concentri le proprie energie nell’istituire piani volti ad accrescere e adeguare le competenze di chi è attualmente all’interno del mondo del lavoro, al fine di ridurre e anticipare le ricadute che l’innovazione tecnologica può avere sugli attuali livelli occupazionali. Sarà necessario sviluppare un vero e proprio ‘piano per la formazione continua‘ che, di concerto con le parti sociali e adeguatamente calato all’interno della contrattazione collettiva, coordini e organizzi le attività formative realizzate tramite i fondi interprofessionali, con uno stretto coordinamento tra ministero del Lavoro, Regioni e fondi”.


Fanuli prosegue: “Ulteriore tassello in tale direzione, poi, dovrebbe essere l’istituzione di un sistema nazionale di ‘bollinatura’ autorevole delle competenze acquisite dalla forza lavoro che possa fungere da elemento distintivo del mercato del lavoro italiano. Una tale ‘patente delle competenze‘ favorirà la rapida assunzione o riassunzione della forza lavoro, poiché ogni datore di lavoro potrà essere messo nella condizione di poter conoscere in maniera certa le competenze possedute da ciascun candidato, con evidenti ricadute positive sulla qualità del lavoro finale”.



“Ulteriore elemento che, data la sua importanza, dovrà essere oggetto di sapienti (quanto urgenti) interventi in futuro – continua la dirigente della Lega Lazio – è quello dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Un mercato del lavoro moderno, come quello che l’Italia deve ambire ad avere, non può prescindere da un sistema fiscale e contributivo al passo coi tempi, scevro da preconcetti ideologici e che contribuisca a mantenere il costo del lavoro italiano competitivo rispetto ai principali competitor occidentali. Per raggiungere tale obiettivo, occorrerà intervenire sulle aliquote contributive attualmente vigenti in Italia così da ridurre proporzionalmente il costo del lavoro per le imprese, permettendo di liberare risorse per la transizione digitale, la green economy e l’assunzione di nuove risorse. Ciò dovrà senza dubbio essere affiancato da un pacchetto volto a razionalizzare gli adempimenti fiscali e contributivi delle imprese ed a semplificare le procedure burocratiche attualmente esistenti. Non ultimo, un processo tributario più razionale e veloce consentirebbe al nostro Paese di essere maggiormente attrattivo verso le imprese straniere, nonché verso le numerose imprese italiane che hanno, negli anni, deciso di ‘abbandonare’ il Belpaese”.


“Da ultimo – scrive Fanuli – sarà importante un deciso cambio di passo per quanto riguarda le politiche attive del lavoro, consci del fatto che l’occupazione viene creata, in primis, dalle imprese e che, in tal senso, lo Stato deve limitarsi ad un ruolo di supporto, nel senso di garantire alle imprese il miglior ambiente possibile per poter operare, e di aiuto al mantenimento del reddito in tutte quelle situazioni straordinarie o di crisi industriale. Occorre, in altre parole, spostare l’attenzione dell’assistenzialismo ‘nudo e crudo’, verso sistemi virtuosi di riqualificazione professionale e rapido reinserimento nel mondo lavorativo. In tal senso, appare urgente una complessiva riforma dell’istituto del reddito di cittadinanza, che dovrebbe trasformarsi in un ‘reddito di competenze’, che garantisca al fruitore un rapido reskilling o upskilling, senza possibilità per questi di rifiutare il lavoro potenzialmente disponibile in esito all’intervento dello strumento di politica attiva”.


Il Paese non può perdere tempo. La speciale congiuntura economica e l’avvento del Pnrr costituiscono un’occasione che il futuro Governo dovrà necessariamente sfruttare al fine di garantire agli italiani ed alle generazioni future crescita, benessere e competitività internazionale“, conclude Fanuli.

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