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Sanità, i dati delle aggressioni: più di 16mila in un anno. Maggiormente colpite le donne

Tra le categorie più a rischio di subire aggressioni c'è quella degli infermieri. Il ministro Schillaci: " Vogliamo che si recuperi un rapporto di alleanza tra cittadini e operatori sanitari"

Pubblicato:12-03-2024 11:13
Ultimo aggiornamento:12-03-2024 11:14

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ROMA – “Nel 2023 sono state oltre 16mila le segnalazioni di aggressione: episodi di violenza fisica, verbale e contro la proprietà (cito, ad esempio, casi di auto danneggiate di proprietà di operatori sanitari). A segnalare sono state in prevalenza professioniste donne e la professione più colpita è quella degli infermieri“. Lo ha fatto sapere il ministro della Salute, Orazio Schillaci, presentando oggi a Roma i dati dell’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e Socio-sanitarie (ONSEPS), in occasione dell’evento organizzato al ministero in collaborazione con l’INAIL per celebrare la Giornata Nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari, che ricorre oggi.

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“Questi numeri- ha proseguito il ministro- ci aiutano a indirizzare le attività di prevenzione e formazione. L’Osservatorio ha fornito specifiche proposte per l’aggiornamento della Raccomandazione n. 8 del 2007 per prevenire gli atti di violenza contro gli operatori sanitari. Nel corso di quest’anno, inoltre, partiranno attività formative rivolte agli operatori sanitari secondo i requisiti minimi standard che l’Osservatorio ha definito insieme ai rappresentanti di Agenas. La formazione, infatti, è essenziale per dare ai professionisti sanitari gli strumenti utili a prevenire e gestire il fenomeno della violenza. Così come è fondamentale informare e sensibilizzare i cittadini”. L’aspetto culturale, secondo Schillaci, è “cruciale e per questo abbiamo lanciato un’attività di sensibilizzazione, in collaborazione con le federazioni e gli ordini professionali. Vogliamo che si recuperi un rapporto di alleanza tra cittadini e operatori sanitari: vogliamo che medici, infermieri, operatori sociosanitari non siano visti come nemici da aggredire, ma come professionisti che si prendono cura della salute dei cittadini. Questo è il messaggio che lanciamo con forza”. L’impegno all’educazione e la prevenzione contro la violenza richiede uno “sforzo costante e comune, a ogni livello. Lo dobbiamo a tutti i nostri operatori sanitari e sociosanitari, che ringrazio per il prezioso lavoro che svolgono ogni giorno per la tutela della salute di tutti noi”, ha concluso.


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