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ROMA – L’accordo al quale si sta lavorando con Arcelor Mittal prevede “l’anticipo dell’acquisto degli asset Ilva” e “il mantenimento del prezzo stabilito”. A fronte, “ci sarebbe una disponibilità dello Stato ad entrare nella compagine di Arcelor Mittal Italia, che potrebbe essere estesa anche a soggetti privati, per un ingresso a fronte della disponibilità di Ami a predisporre un nuovo piano industriale e a implementare tecnologie green a Taranto con il mantentimento sostanziale dell’occupazione“. Alessandro Danovi, uno dei commissari straordinari dell’ex Ilva, lo dice in audizione alle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera, convocata per approfondimenti sulla crisi industriale e le connesse problematiche ambientali del sito siderurgico di Taranto.
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Danovi spiega che “gli aspetti oggetto di gara che hanno portato all’individuazione Arcelor Mittal debbano essere mantenuti per comprensibili motivi” e “l’obiettivo restano una produzione di 8 milioni di tonnellate e la piena occupazione“.
In altre parole, l’impianto di Taranto “dovrà produrre valore e dovrà essere sostenibile– aggiunge Danovi- sia dal punto di vista economico che da quello ambientale”.
Il piano redatto dalla gestione commissariale dell’Ilva prevede “una prima fase con 6 milioni di tonnellate” di produzione che sale a “8 milioni una volta realizzati i forni elettrici”, precisa Alessandro Danovi.
Lo Stato, aggiunge, è “disponibile ad entrare nel capitale” e ad “accogliere alcune istanze di Arcelor Mittal Italia” a patto, però, che AMI accetti “la transizione verso la decarbonizzazione nel quadro del Green new deal del’Unione europea”.
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