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Chi sono gli Houti, i ‘partigiani di Dio’ contro la superpotenza

Gli Houti, che hanno costretto il governo all'esilio, negli ultimi mesi sono diventati più forti e ora potrebbero diventare ancora più popolari entrando in lotta con una superpotenza: stanotte bombardati 60 obiettivi da Stati Uniti e Gran Bretagna

Pubblicato:12-01-2024 16:33
Ultimo aggiornamento:14-01-2024 17:32

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ROMA – Si fanno chiamare “Partigiani di Dio“, Ansar Allah, ma sono più conosciuti come Houthi, il nome della loro comunità di origine e del fondatore Husayn Badr Al-Din Al-Houthi. Nello Yemen, un Paese ostaggio da quasi dieci anni di una guerra civile, hanno costretto all’esilio il governo sostenuto da una coalizione militare a guida saudita.
Negli ultimi mesi anzi, stando ad Al Jazeera, gli Houthi sono diventati più forti e popolari, dalla capitale Sana’a fino al porto di Al-Hudayda (Hodeida) sul mar Rosso. E ora “potrebbero accrescere il proprio profilo domestico e internazionale del gruppo entrando in lotta con una superpotenza”: lo ha riferito sempre l’emittente del Qatar dopo i bombardamenti degli Stati Uniti e della Gran Bretagna di questa notte contro 60 “obiettivi” in 16 località dello Yemen.

Ma quando e come sono nati gli Houthi, capaci di minacciare navi in transito nel mar Rosso, lungo una tratta che vale il 15 per cento del commercio marittimo globale e di fare aumentare i prezzi delle polizze assicurative di dieci volte da inizio dicembre? Il loro fondatore, Al-Houthi, nato a Sadaa, nel nord dello Yemen, nel 1979, fu ucciso in uno scontro a fuoco con le forze governative nel 2004. Il gruppo è considerato espressione di comunità fedeli allo zaydismo e parte della galassia sciita, che in Yemen è una minoranza, anche se in alcune regioni vale circa il 45 per cento della popolazione.
Storicamente, gli Houthi sono stati in buoni rapporti con l’Iran, potenza sciita di riferimento a livello internazionale. Tra i loro alleati, parte di quello che si definisce “asse di resistenza” contro Israele e Stati Uniti, ci sono la formazione libanese Hezbollah, il “Partito di Dio”, e l’organizzazione palestinese Hamas.

Proprio il supporto alla causa palestinese, dopo la nuova fiammata del conflitto in Medio Oriente del 7 ottobre, avrebbe garantito una nuova popolarità al gruppo sul piano interno.
Gli Houthi hanno promosso manifestazioni di solidarietà con gli abitanti della Striscia di Gaza; contemporaneamente hanno rivendicato raid con droni su navi dirette verso il porto israeliano sul mar Rosso di Eilat, in transito attraverso lo stretto di Bab El-Mandeb, collegato con il Golfo di Aden e l’Oceano Indiano.
Secondo l’agenzia di stampa americana Associated Press, a ogni modo, si tratterebbe dei primi attacchi degli Houthi “verso l’esterno” con l’eccezione di bombardamenti tra il 2017 e il 2019 contro Arabia Saudita ed Emirati, partner nella coalizione contro Sana’a.
Riad aveva sostenuto che le armi per queste azioni fossero di provenienza iraniana. Di certo, ci sono le vittime del conflitto nello Yemen: almeno 377mila morti già nel 2022, secondo l’Onu, con l’aggiunta di quattro milioni di persone sfollate.


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