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I mediatori africani: “In 15 giorni incontro tra i belligeranti in Sudan”

Dopo oltre 12mila morti e sei milioni di profughi, l'obiettivo sarebbe "creare fiducia" e avviare "un processo politico"

Pubblicato:11-12-2023 17:28
Ultimo aggiornamento:11-12-2023 17:31
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(Foto credits Profilo X @UNOCHA_Sudan)

ROMA – Un incontro entro 15 giorni tra i capi delle fazioni militari in lotta in Sudan per preparare misure che creino “fiducia” e in prospettiva l’avvio di “un processo politico”: questa la promessa con la quale si è concluso un vertice dell’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad).

L’ANNUNCIO DI GIBUTI

Secondo Alexis Mohammed, consigliere della presidenza di Gibuti, il Paese che guida l’organismo africano, l’intesa è stata accettata in linea di principio sia dal presidente Abdel Fattah Al-Burhan, che guida l’esercito, sia da Mohamed Hamdan Dagalo detto “Hemeti”, a capo dei paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf).


OLTRE SEI MILIONI DI PROFUGHI

Stando ai dati delle Nazioni Unite, il conflitto cominciato nell’aprile scorso ha provocato più di 12mila morti e spinto oltre sei milioni di persone a lasciare le proprie case. Secondo il quotidiano Sudan Tribune, nel fine-settimana l’esercito ha ammesso di aver aperto il fuoco su un convoglio del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) nei pressi della capitale Khartoum. Sette i feriti, fra i quali tre operatori del Cicr. Secondo il Sudan Tribune, il convoglio era composto da alcune automobili e da tre pullman con ben visibili i segni dell’organizzazione umanitaria. Gli spostamenti si erano resi necessari per trasferire un centinaio di civili a rischio da Khartoum a Wad Madani, la capitale dello Stato di Gezira, situata più a sud.

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