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Dl Rilancio, Liberisti Italiani: “No provvedimenti a pioggia, serve anno bianco”

"Serve un provvedimento semplice e diretto, se davvero ci sono 55 miliardi si utilizzino per ridurre la pressione fiscale sulle attivita' produttive"

Pubblicato:11-05-2020 18:06
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:17
Autore:

andrea bernaudo
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ROMA – “Leggendo le bozze circolanti del cosiddetto Decreto Rilancio, si fa molta fatica a decifrarlo, ancora una volta, il governo sbaglia strada.” Cosi’, in una nota, i Liberisti Italiani, il movimento guidato da Andrea Bernaudo, commentando le prime anticipazioni sul cosiddetto Decreto Rilancio.

“Quasi 500 pagine di bizantinismo burocratico allo stato puro- continua il comunicato- Non si capisce il motivo per cui non si prenda atto che quest’anno una buona parte del fatturato delle imprese, salvo pochissime eccezioni, se lo e’ portato via il covid-19. Conseguentemente, anziche’ continure con piccoli provvedimenti a pioggia, bonus e complicati ricalcoli, perche’ non si percorre la strada di un rinvio e riduzione delle pendenze fiscali?” prosegue la nota.

“Imprese e partite iva per ripartire chiedono una rottamazione quater per il passato, il dimezzamento delle pendenze fiscali ordinarie dell’anno in corso, perche’ il 2020 va considerato un anno bianco, e dal 2021 la grande riforma di semplificazione e riduzione della pressione fiscale su tutte le attivita’ produttive al di sotto della media OCSE. Il governo, invece- sottolineano i Liberisti italiani- sembra voler ‘concedere’ solo qualche briciola, con mille complicazioni e senza affrontare la realta’”.


“Il governo non sara’ mai credibile- conclude la nota- se con una mano e col contagocce continua a distribuire piccoli provvedimenti a pioggia e con l’altra impugna invece l’idrovora per incassare, tra 3 mesi, le tasse piu’ alte del mondo senza alcuna vera riduzione. Serve un provvedimento semplice e diretto, se davvero ci sono 55 miliardi si utilizzino per ridurre la pressione fiscale sulle attivita’ produttive. Se non si allenta la morsa fiscale su imprese e partite iva si mettono a rischio milioni di posti di lavoro.”

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