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Gaza, Israele sotto accusa per genocidio alla Corte dell’Aia

A sollevare la questione è il Sudafrica secondo cui le operazioni militari israeliane sono "tese a causare la distruzione di una parte significativa della comunità etnica e nazionale palestinese"

Pubblicato:11-01-2024 11:42
Ultimo aggiornamento:12-01-2024 10:52

gaza spari su persone
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ROMA – Le operazioni militari di Israele nella Striscia di Gaza sono “tese a causare la distruzione di una parte significativa della comunità etnica e nazionale palestinese”: questa l’accusa mossa dal Sudafrica, da oggi al centro all’Aia di un procedimento presso la Corte internazionale di giustizia. Il testo è contenuto in documenti con i quali il governo di Pretoria chiede come “misure preventive” lo stop dei raid e dei bombardamenti ordinati dopo gli assalti dei commando armati di Hamas del 7 ottobre. Alla Corte, un organismo delle Nazioni Unite del quale sono membri sia il Sudafrica sia Israele, è chiesto di pronunciarsi però anche su un’accusa di genocidio da parte di Tel Aviv.

Secondo il governo di Pretoria, “Israele sta uccidendo palestinesi a Gaza causando gravi danni fisici e mentali e infliggendo loro condizioni di vita pensate per determinarne la distruzione fisica”.
Attraverso il presidente Isaac Herzog, Tel Aviv ha respinto le accuse, definendole “atroci e pretestuose”.
Le sentenze della Corte Onu sono legalmente vincolanti per gli Stati che ne riconoscono le giurisdizione ma non possono essere attuate in modo forzoso. Nel 2022 il tribunale aveva intimato alla Russia di sospendere immediatamente le sue operazioni militari in Ucraina ma la sua sentenza era stata ignorata.
Dalla fine del regime di apartheid nel 1994, a Pretoria è al governo il partito African National Congress (Anc), che ha una lunga storia di solidarietà con la causa palestinese.

Dopo gli assalti di Hamas nel sud di Israele, nei quali sono state uccise circa 1.200 persone, Tel Aviv ha lanciato un’offensiva su Gaza via aerea, mare e terra. Secondo il ministero della Sanità della regione, già piegata da anni di embargo e restrizioni imposte da Israele, nei raid sono state uccise più di 23mila palestinesi.


MO. GAZA, SAVE THE CHILDREN: PRIVARE I CIVILI DI CIBO È DISUMANO

Rischio malnutrizione in aumento tra i 335mila bambini palestinesi sotto i cinque anni nella Striscia di Gaza a causa dell’impatto permanente del blocco alimentare e dei beni di prima necessità: a denunciarlo l’organizzazione non governativa Save the Children. “Privare deliberatamente la popolazione civile di cibo, acqua e carburante e impedire volontariamente le forniture di soccorso è disumano” denuncia l’ong in una nota. “L’Organizzazione chiede un cessate il fuoco definitivo per salvare e proteggere vite umane a Gaza e la fine immediata dell’utilizzo degli aiuti come arma”. Nel testo si legge ancora: “Dall’escalation di violenza del 7 ottobre in Israele e nei Territori palestinesi occupati, l’assedio imposto da Israele ha lasciato il milione di minori di Gaza senza cibo sufficiente, compresi circa 335.000 bambini sotto i cinque anni ora a rischio di grave malnutrizione o fame. Negare ai minori di Gaza l’accesso al cibo e ai beni di prima necessità avrà conseguenze permanenti sui bambini palestinesi, sempre più esposti al rischio di malnutrizione. Lo afferma Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro”.

Gli operatori di Save the Children a Gaza dicono di non essere in grado di trovare generi alimentari essenziali nei mercati. Un membro del team di Rafah, nel sud di Gaza, ha riferito che il suo bambino di otto anni spesso va a letto affamato perché non può cucinare nulla senza gas. Un rapporto del Programma alimentare mondiale (Wfp) ha rilevato che i prezzi dei beni essenziali come il gas da cucina sono aumentati di circa il 435% negli ultimi tre mesi. Le distribuzioni di aiuti alimentari continuano a essere in gran parte limitate a Rafah, mentre altre aree sono raramente raggiunte dalle organizzazioni umanitarie.

“Si tratta di una catastrofe interamente provocata dall’uomo che sta causando danni fisici e mentali devastanti ai bambini, con conseguenze potenzialmente mortali e che alterano la vita” ha dichiarato Hannah Stephenson, responsabile globale delle politiche e advocacy, salute e nutrizione di Save the Children. “Man mano che i bambini di Gaza soffrono sempre più la fame, i loro corpi diventano più deboli, diventano gravemente malnutriti. I loro muscoli cominciano a indebolirsi, la loro vista si offusca, il loro sistema immunitario non funziona più. Ammalarsi è inevitabile e la polmonite e la diarrea sono le principali cause di morte dei più piccoli in questo stato di indebolimento. I bambini che sopravvivono ai bombardamenti ma soffrono la fame rimarranno rachitici, sperimentando impatti irreversibili sulle loro capacità fisiche e cognitive”.

GLI AIUTI UMANITARI UNICA ANCORA DI SALVEZZA

Con le restrizioni all’ingresso di beni commerciali a Gaza e il sistema locale di distribuzione del cibo gravemente danneggiato, gli aiuti umanitari rimangono la principale ancora di salvezza per 2,3 milioni di abitanti. Ma l’intensificarsi della violenza, i ricorrenti blackout delle comunicazioni, le restrizioni sugli articoli ammessi e un complicato processo burocratico per inviare aiuti a Gaza hanno paralizzato la risposta umanitaria. Nelle ultime settimane, i rifugi, gli ospedali e persino i convogli umanitari sostenuti dalle ong sono stati presi di mira. Negli ultimi mesi, secondo le organizzazioni umanitarie, le autorità israeliane hanno negato l’ingresso a Gaza di merci che includono articoli utilizzati per cucinare e bere come generatori a energia solare e frigoriferi, nonché dispositivi per la depurazione dell’acqua. Tutti questi elementi sono essenziali per una risposta efficace per salvare vite umane a Gaza.

“Le autorità israeliane stanno negando ai minori di Gaza l’accesso a cibo e servizi salvavita. La privazione di cibo, acqua e medicine sufficienti sta rendendo quasi impossibile la sopravvivenza dei bambini a Gaza. Le famiglie vengono isolate in aree incapaci di sostenere la vita umana. Sono costrette a evacuare nelle cosiddette aree “sicure” nel sud di Gaza solo per poi essere attaccate. Gli attacchi aerei israeliani hanno già ucciso migliaia di bambini, gli effetti della fame sui corpi di chi resta in vita ne uccideranno ancora di più. I bambini che sopravvivono probabilmente dovranno affrontare problemi di salute fisica e mentale per tutta la vita, privando una generazione di ogni possibilità di una vita e di un futuro sani”, ha affermato Elizabeth White, portavoce di Save the Children nei Territori palestinesi occupati. Save the Children ha già avvertito che privare deliberatamente la popolazione civile di cibo, acqua e carburante e impedire volontariamente le forniture di soccorso è disumano e può equivalere all’utilizzo della fame come metodo di guerra, che inevitabilmente ha un impatto mortale sui bambini e viola il diritto internazionale umanitario.

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