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FOTO | Quella volta che la ministra Roccella fu contestata al Salone del libro di Torino

Successe un anno, e anche in quel caso si sollevò una bufera. La ministra doveva presentare il suo libro 'Una famiglia radicale', ma alcune attiviste di Non una di meno e Exctiontion rebel l'attaccarono sul tema dell'aborto

Pubblicato:09-05-2024 13:54
Ultimo aggiornamento:09-05-2024 14:04

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BOLOGNA – Non è la prima volta che la ministra Eugenia Roccella finisce nel mirino di contestatori durante un incontro pubblico. Un episodio analogo a quello di oggi praticamente esattamente un fa – era il 20 maggio 2023 – al Salone del libro di Torino, dove era andata a presentare il suo libro “Una famiglia radicale”. Anche in quel caso, come sta succedendo oggi, si gridò alla “censura”, ai metodi “squadristi” e il mondo politico (a partire dal centrodestra) si indignò per le contestazioni avute dal ministro, a cui era stato ‘impedito di parlare‘. Quella volta, addirittura, venne annullata la presentazione del libro in questione. Oggi, invece, agli Stati generali della natalità, la ministra ha scelto di abbandonare il palco dopo essere stata contestata.

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Il 20 maggio di un anno fa le contestazioni partirono da un gruppo di femministe di Extinction Rebellion e Non una di meno, che erano nel pubblico: qualcuna di loro al momento della contestazione si spogliò restando in reggiseno e mostrò scritte “Aborto libero” tracciate sul corpo per contestare le parole di Roccella (allora erano fresche di qualche giorno) sull’aborto, che, aveva detto la ministra, “purtroppo è un diritto“. Oggi, a fischiare e urlare ‘Vergogna’ erano una quarantina di studenti (soprattutto femmine) si alcuni licei e università romane.


COSA ACCADDE UN ANNO FA

Il 20 maggio del 2023 Roccella era alla manifestazione letteraria di Torino per presentare il suo libro “Una famiglia radicale” nello spazio dedicato alla Regione Piemonte. La contestazione arrivò da attiviste in parte di Extinction rebel e in parte del collettivo femminista Non Una di Meno. Dopo la contestazione è intervenuta la Digos che ha identificato e denunciato una ventina di attivisti. La ministra commentò, a fine giornata, dicendosi addolorata per il fatto “delle donne abbiano impedito ad altre donne di parlare“. La ministra si disse anche rammaricata del fatto che Roccella a fine giornata è intervenuta su Facebook dicendo di essere colpita dal fatto che il direttore del Salone del libro Nicola Lagioia, chiamato a intervenire sul palco nel momento della contestatazione, “non avesse preso una posizione forte e chiara a tutela della libertà di espressione“. Lo scrittore disse che “in democrazia le contestazioni sono legittime purché non violente” e invitò le attiviste ad un confronto con la ministra, cosa però non successa. 

In serata, poi, arrivarono anche dure parole di Lagioia contro la deputata di Fratelli d’Italia, Augusta Montaruli, salita sul palco nel tentativo di placare la contestazione a Roccella e mediare. Montaruli gli si sarebbe scagliata contro gridando “Vergogna” per le sue parole a proposito delle contestazioni “legittime purché non violente“.

Le contestatrici scrissero sui social: “Siamo al salone del libro nel padiglione della Regione Piemonte per contestare la ministra Roccella che dichiara che “purtroppo ‘l’aborto è un diritto delle donne‘. La ministra è la perfetta invitata della Regione che stanzia 2 milioni di euro a favore delle associazioni antiabortiste mentre giorno dopo giorno procede allo smantellamento della sanità pubblica e del welfare universale”.

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