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Vaccino, Sileri: “Astrazeneca? Sotto i 30 anni non dovrebbe essere usato”

"Soprattutto alle donne sotto i 50 anni non lo consiglierei", dice il sottosegretario alla Salute

Pubblicato:10-06-2021 11:01
Ultimo aggiornamento:10-06-2021 15:47
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sileri sottosegretario salute
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ROMA – “I dubbi su Astrazeneca nascono a maggior ragione oggi che la circolazione e l’incidenza settimanale del virus si sono abbassate drasticamente- ha affermato Sileri- E’ chiaro che se un vaccino ha dato il sospetto di qualche complicanza, soprattutto nei più giovani, la forchetta del rischio-beneficio per questi soggetti si riduce. E quindi è probabile che per i vaccini non a mRna ci possa essere una rivisitazione delle indicazioni sull’età, usando maggior cautela oggi che la circolazione del virus è molto più bassa. Secondo me sotto i 30 anni non dovrebbe essere usato, soprattutto alle donne sotto i 50 anni non lo consiglierei, ma sono Ema e Aifa che devono valutare questa eventuale restrizione. Io sono prenotato in farmacia e farò il J&J, ma io sono over 40 e non sono donna quindi posso stare abbastanza sicuro, ma se avessi un’amica di 30 anni le consiglierei un vaccino a mRna”. Così il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

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Sui 2 milioni di over 60 non ancora vaccinati, invece, Sileri spiega: “Questo numero si è progressivamente ridotto e sono abbastanza sicuro che si ridurrà ulteriormente. Credo che molte persone, considerando anche la bassa circolazione del virus, stiano temporeggiando in attesa di ricevere un vaccino di altra natura rispetto a quelli a vettore virale”.

Per quanto riguarda la mascherine a scuola, Sileri sceglie la prudenza: “Al momento dobbiamo attenerci alle regole attuali, quindi con la mascherina al chiuso. E’ chiaro che ad oggi è così, poi valuteremo più avanti. Ci sono due problemi: la vaccinazione ad oggi non è possibile sotto i 12 anni quindi il rischio che la scuola possa diventare un serbatoio virale esiste. Ma è anche vero che nel Nord Europa le scuole partiranno prima rispetto a noi e vedremo ciò che accadrà in quegli Stati, prenderemo atto di quei dati, li mutueremo e ci comporteremo di conseguenza”.

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