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Adoi: “I tumori della pelle sono i più diffusi”

Così il dottor Francesco Cusano, presidente dell'Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani, intervistato dall'agenzia Dire in occasione del 24esimo Congresso mondiale di Dermatologia

Pubblicato:10-06-2019 19:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:23

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ROMA – “I tumori della pelle sono in assoluto i tumori più frequenti nell’uomo, in particolare nell’uomo di razza bianca, e superano di gran lunga qualsiasi altro tipo di neoplasia. Pur sembrando poco impattanti, in realtà hanno una frequenza altissima che comporta una mortalità e un danno di tipo economico e sociale molto rilevante, spesso superiore a quello comportato da altri tipi di neoplasie”. Così il dottor Francesco Cusano, presidente dell’Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani, intervistato dall’agenzia Dire in occasione del 24esimo Congresso mondiale di Dermatologia, in programma fino a sabato al MiCo di Milano.

“Solo per dare un’idea sui numeri- spiega Cusano- io lavoro all’ospedale di Benevento e interveniamo chirurgicamente su oltre mille casi all’anno, ai quali vengono vanno aggiunti quelli che trattiamo in maniera non chirurgica e quelli che vengono trattati al di fuori del nostro ospedale”. Il tumore della pelle non melanoma è legato alla foto-esposizione cronica, cioè all’esposizione solare prolungata negli anni. “Ne sono colpiti contadini, marinai e agricoltori, per esempio- spiega Cusano- ed una volta eliminato un primo tumore, è facile che il paziente possa averne negli anni un secondo o un terzo”.

Quanto alla prevenzione, può essere fatta a due livelli: primaria, eliminando le cause possibili, nel caso specifico il foto-danneggiamento da esposizione al sole; secondaria, con una diagnosi precoce, intervenendo quando la pelle comincia a mostrare segni di non controllo di alterazioni legate al sole. 


Ma che consigli può dare in vista dell’estate? “Ovviamente proteggersi bene dal sole- risponde l’esperto- distinguendo però tra tumore non melanoma della pelle, legato ad una esposizione solare cronica: in questo caso la protezione non va fatta solo d’estate, ma almeno 10 mesi l’anno. Altra cosa è il fattore di rischio sul melanoma dovuta ad una foto-esposizione intensa ma saltuaria”.

Per quanto riguarda i casi avanzati, che non sono più risolvibili con la sola chirurgia, fa sapere infine il presidente di Adoi, dei nuovi farmaci “sono disponibili per quanto riguarda il carcinoma basocelullare, mentre sono allo studio per quanto riguarda il carcinoma squamo cellulare- conclude- aprendo prospettive totalmente nuove per questo tipo di patologie”.

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