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Suviana, Mulè alla Camera: “Ogni sei ore una vittima di lavoro, è un cimitero della vergogna”

L'intervento di commemorazione delle vittime del vicepresidente della Camera: "Ci saranno responsabilità da accertare e possibili reati da perseguire"

Pubblicato:10-04-2024 14:08
Ultimo aggiornamento:10-04-2024 14:08

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ROMA – “Mentre noi deputati presenti in quest’aula ci leviamo in piedi in segno di rispetto e dolore per le vittime della tragedia nella centrale idroelettrica di Suviana altri nostri concittadini sono inginocchiati e si disperano, altri ancora sperano e invocano un miracolo pur di riabbracciare gli operai dispersi: è l’indicibile angoscia di mogli, compagne, figli, sorelle e fratelli. A ognuno di loro giunga il convinto sostegno umano e solidale insieme con l’ideale abbraccio commosso di ciascun componente della Camera dei deputati”. Lo dice il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, nel suo intervento in aula di commemorazione delle vittime di Suviana.

“Ai soccorritori – ai valorosi Vigili del fuoco, agli appartenenti delle forze dell’ordine e della protezione civile- che senza sosta fin dal pomeriggio di ieri stanno spendendo tutte le loro energie sul luogo del disastro- prosegue- va ancora una volta la nostra ammirata riconoscenza. In occasione della 73ª Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro, nell’ottobre scorso, il Presidente della Repubblica ebbe a sottolineare che ‘Morire in fabbrica, nei campi, in qualsiasi luogo di lavoro è uno scandalo inaccettabile per un Paese civile, un fardello insopportabile per le nostre coscienze, soprattutto quando dietro agli incidenti si scopre la mancata o la non corretta applicazione di norme e procedure’. Colleghi, a Suviana così come in occasione delle altre tragedie non è il caso ad aver determinato i fatti. Ci saranno responsabilità da accertare e possibili reati da perseguire, così come ci saranno processi da celebrare ed eventualmente condanne da eseguire”.

Ogni sei ore– dice ancora Mulè- registriamo in Italia una vittima sul lavoro. In questo cimitero della vergogna l’orologio macabro che scandisce questo tempo obbliga ognuno di noi a farsi parte di un meccanismo capace di fermarlo. Noi, rappresentanti delle istituzioni, insieme con aziende, sindacati, lavoratori siamo il motore di quel meccanismo che si può, che si deve innescare per fermare quell’orologio diffondendo ovunque una vera cultura della prevenzione”. “La nostra mente- continua- è rivolta a queste considerazioni, il nostro cuore è lacerato al pensiero delle vite di Vincenzo Franchina, Mario Pisano, Pavel Tanase, strappate a Suviana al primo dei diritti naturali , il diritto alla vita, che si sostanzia non nel fatto di essere riconosciuto e accettato da un governo che lo concede, ma nel fatto di essere costitutivo della natura stessa dell’uomo. A noi spetta il compito di dare veste giuridica a questo diritto per garantirne l’effettivo rispetto sui luoghi di lavoro. Come già ieri ha fatto il Presidente della Camera voglio esprimere, a nome dell’assemblea, le mie più sentite condoglianze alle famiglie dei lavoratori”. Con questo spirito vi invito a osservare un minuto di silenzio proprio nel ricordo delle vittime, nella speranza che possa diventare carezza e conforto per chi è stato derubato da un affetto e per chi ha davanti a sé la strada della guarigione”, conclude il vicepresidente Mulè.


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