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‘Corro da te’, Favino: “Questo film è lo specchio dell’Italia cinica”

Alla regia Riccardo Milani. Dal 17 marzo in sala con Vision

Pubblicato:10-03-2022 17:09
Ultimo aggiornamento:14-03-2022 14:48

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ROMA – “Penso che il cinismo nel film sia rappresentativo del mondo attuale. Oggi, infatti, vediamo il cinismo mascherato da pietismo e ipercorrettismo e viviamo in un momento in cui l’ipercorrettismo non ci permette di chiamare le cose con il proprio nome”. Così Pierfrancesco Favino alla presentazione di ‘Corro da te‘ (dal 17 marzo in sala con Vision Distribution) di Riccardo Milani, basato sulla commedia ‘Tout le Monde Debout‘, scritta e diretta da Franck Dubosc in collaborazione con Gaumont. Al centro della storia c’è Gianni (Favino). Bello, sportivo, single incallito e seduttore seriale. Lui è un quasi cinquantenne in carriera a capo di un importante brand di scarpe da running che vanta tra i suoi testimonial i più grandi atleti del momento. Disposto a tutto pur di conquistare la giovane donna di turno, per una serie di circostanze arriva a fingere di essere costretto su una sedia a rotelle: questa volta puntando tutto sulla pietà, per lui l’unico sentimento che è possibile provare nei confronti di un disabile.

È un uomo narcisista, ossessionato dal successo e dalla paura di invecchiare. Io ho amato tutti i difetti di questo personaggio perché ci riguardano un po’ tutti. La nostra società è fatta di tanti Gianni e non abbiamo la consapevolezza di esserlo. Per esempio in questa sala (la 4 del Cinema Adriano di Roma, ndr) ci sono pochi posti per disabili. ‘Corro da te’ parla anche di tolleranza e della capacità di guardare al di là di quello che siamo noi, e questo è un tema attuale“.

Quando incontra Chiara (Miriam Leone) – una donna solare e dinamica, musicista per lavoro e tennista per passione nonostante l’incidente che l’ha resa paraplegica – Gianni inizia a provare tutt’altro tipo di sentimenti. Attraverso lei e i suoi amici, sportivi e vitali almeno quanto lei, Gianni non può far altro che cambiare prospettiva su molte cose: la vita, l’amore, la disabilità in sé. Imparerà che l’unico vero handicap è l’assenza di forza d’animo, per ritrovarsi infine totalmente cambiato sia come uomo che come businessman.


“Questo mestiere ti dà la possibilità di indagare gli altri e di scoprire che gli altri siamo noi ed è per questo che c’è sempre qualcosa di noi nell’altro“, ha raccontato Leone. “Beba Onlus mi è stata vicino nello sviluppare le mie diverse abilità, io non sapevo giocare a tennis in carrozzina. Secondo me – ha continuato l’attrice – nella nostra società c’è un grande equivoco: la forza è data dal valore fisico. Invece la forza sta nel capire gli altri, come Chiara. E poi c’è l’amore che ti permette di abbracciare il difetto dell’altro senza farglielo pesare”.

Riccardo Milani torna sul grande schermo a un anno da ‘Come un gatto in tangenziale 2 – Ritorno a Coccia di morto’. “Io amo l’Italia anche se mi piace raccontare i suoi lati peggiori nei miei film. Con ‘Corro da te’ metto in luce un’umanità che fa finta di non vedere che non ce ne sia un’altra“, ha detto il regista, che ha concluso: “Abbiamo raccontato questa storia grazie all’aiuto di alcuni ragazzi e ragazze disabili, loro hanno una ‘feroce’ ironia su se stessi e questa ci ha permesso di non avere freni”.

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