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Il jeans diventa arte, tra pennello e violino nel cuore di Genova

Durante i quattro giorni di Genova Jeans, il pittore Federico Romero Bayter e il musicista Andrea Cardinale hanno dato vita a un'opera d'arte originalissima

Pubblicato:09-10-2023 15:38
Ultimo aggiornamento:09-10-2023 18:02
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GENOVA – Colpi di pennello e colpi di archetto. Una pizzicata da una parte, una spruzzata dall’altra. “Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi”, ci hanno pensato Federico Romero Bayter e Andrea Cardinale a illuminare per quattro giorni uno storico palazzo dei Rolli, quello in cui nacque papa Innocenzo VIII. Due forme di arte pura che si fondono e confondono in unicum emozionante, all’interno del cortile di Palazzo Cardinal Cybo, anche noto come Palazzo Bartolomeo Invrea, angolo del centro storico scelto dal Comune di Genova per ospitare uno degli oltre cento eventi che hanno dato vita, da giovedì a domenica scorsi, a GenovaJeans.

Non solo moda e sostenibilità, ma anche arte. Con due protagonisti: l’artista di origine colombiane, ma ormai genovese doc, Federico Romero Bayter, e il musicista Andrea Cardinale. Il primo ha realizzato “live” un’opera su tela di jeans donata alle collezioni civiche e che andrà ad arricchire la già preziosa collezione di “Arte Jeans”, l’esposizione collettiva all’edificio del Metelino, che presto potrebbe essere portata anche a Londra. Il secondo lo ha accompagnato con il suo violino, tra un “Capriccio” di Paganini e l’altro.

“E’ una strana emozione- racconta Bayter- è tutto il concetto che è diverso perché io sono abituato a dipingere nell’intimità del mio studio, ma per la prima volta, dopo tanti anni, dipingo in pubblico. C’è tutto un via vai di persone e non riesco a essere concentrato totalmente, però è anche molto stimolante poter avere i contrasti delle opinioni o le idee delle persone che passano, a volte ti può anche coinvolgere”. E alla sera arriva la musica. “Quella mi ha aiutato molto a concentrarmi, a isolarmi senza pensare troppo a quello che succedeva intorno”.


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Quattro giorni per riadattare le tecniche di una vita a un materiale inconsueto e non certo pensato per la pittura. Le difficoltà del contesto, infatti, non sono state le uniche da affrontare. “Ho utilizzato materiali che normalmente non utilizzo, per rispettare anche l’ambiente in cui sono- spiega l’artista- ho utilizzato delle vernici acriliche perché sono quelle che intaccano meglio il jeans, poi ho utilizzato anche l’olio e anche la bomboletta spray, come fanno i writer, perché riescono a impregnare bene la tela. E’ stato come reimparare a dipingere perché io dipingo su lino quasi sempre, anche se c’è stato un periodo in cui ho dipinto delle vecchie bandiere ed è stato un po’ come ritornare al passato”. Insomma, l’unico vero elemento a cui Bayter è rimasto fedele è il soggetto dell’opera: il porto.

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“Ma è stato tutto più difficile, perché ho dovuto riadattare tutte le tecniche”. Pure con qualche curioso imprevisto. “Una cosa molto buffa che è capitata- racconta- è stata che il vento che entrava dal portone mi ha spostato la pittura, che era molto fluida. Certe colature che tendo a utilizzare si sono mosse per conto loro, dando effetti diversi da quelli che avrei immaginato all’inizio”.

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