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Mamme “acrobate” o mamme “assolute”? L’importante è essere se stesse

Non esiste "la madre" né un modello preconfezionato di maternità. E il regalo più bello che possiamo fare a tutte le madri, oggi e ogni giorno, è la libertà di essere se stesse

Pubblicato:09-05-2021 10:00
Ultimo aggiornamento:07-05-2021 14:19
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di Catia Valbonesi 

ROMA – “Cosa significa essere madre oggi? Difficile a dirsi con certezza in un momento storico in cui l’immagine del materno viene quasi esclusivamente legata a due filoni di pensiero opposti, estremamente distanti tra loro e destinati, almeno in apparenza, a non incontrarsi mai. Da un lato l’ideale della mamma “totale”, completamente dedita alla cura dei figli, che lascia il lavoro per dedicarsi alla famiglia, sempre pronta ad accudire, accogliere e consolare. La madre da pubblicità che sforna torte e biscotti, perennemente allegra e sorridente. Dall’altro il cliché della mamma “acrobata”, quella che la sera rientra a casa esausta, sempre di corsa ma comunque capace di barcamenarsi nel miglior modo possibile tra lavoro e cura dei figli. Una sorta di eroina del nuovo millennio dotata di superpoteri che riesce a far tutto pagando un prezzo altissimo e sentendosi sempre parzialmente inadeguata sia come madre che come lavoratrice.

Negli anni, questa visione bilaterale del materno ha probabilmente contribuito ad alimentare una senso di insicurezza costante in tutte quelle donne che, diventando madri, cercano di trovare un nuovo equilibrio provando nel contempo a incasellarsi nei modelli proposti. Si innesta così il terribile dubbio: “Sarò  abbastanza brava, abbastanza capace? Starò  prendendo le decisioni giuste? E se invece stessi sbagliando tutto?“. Fioriscono allora corsi e consulenze di ogni tipo. Le neomamme sentono di doversi adeguare a quello o a quell’altro “stile di maternità”: pro o contro allattamento prolungato, svezzamento classico o autosvezzamento, nido sì o nido no e chi più ne ha più ne metta. E in questa continua diatriba si finisce per perdere di vista la donna in sé, la donna che esisteva e che esiste a prescindere dal suo essere diventata madre. Perché esattamente come ogni donna è una storia a sé anche ogni madre lo è. Pensare alla madre come a un’entità mitologica che tutto deve e tutto può è un’utopia. Non esiste “la madre” né un modello preconfezionato di maternità. Esistono tante madri diverse. Tante donne diverse che saranno madri in base a quelle che sono le loro peculiarità e che dovrebbero sentirsi in diritto di costruire un loro personalissimo equilibrio nella relazione con il loro bambino. Per questo forse, il regalo più bello che possiamo fare a tutte le madri, oggi e ogni giorno, è la libertà di essere se stesse“.


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