NEWS:

Il Pd senza pilota, sembra l’aereo più pazzo del mondo

L'editoriale del direttore Nico Perrone

Pubblicato:09-04-2024 18:03
Ultimo aggiornamento:09-04-2024 18:03

aereo pazzo pd
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Chi parla col cronista è incredulo, eppure ne ha viste di cotte e di crude. Le fasi politiche a sinistra le ha vissute tutte, fianco a fianco con alcuni tra i principali dirigenti che da piccoli Pci da grandi si son trasformati in dem. “Il Pd ormai è un aereo senza pilota – dice- non c’è nessuno ai comandi, si va avanti così, ognuno pensa per sé, anche la segretaria Schlein“. E vien da pensare alla bellissima scena del film, con l’hostess che corre ad attivare il pilota automatico… solo un pallone gonfiato  

Al centro c’è lo scontro furibondo sulle liste, sui nomi dei candidati alle prossime elezioni europee: “Per accontentare tutti gli aspiranti bisognerebbe superare il 30% – spiega la fonte- fantasia, i posti saranno sempre pochi rispetto a tutti quelli che lo reclamano. Il problema vero, il primo problema è che noi ancora non sappiamo se Schlein si candiderà e non è cosa da poco. La segretaria sta aspettando l’annuncio della premier Giorgia Meloni, così pensa poi di giocarsela con lo scontro diretto, tra due lei facendo fuori tutti gli altri maschietti, da Salvini a Tajani fino a Conte”. Beh, una mossa ragionevole… “Sì vabbè, ma Meloni non è nata ieri, sa benissimo che più tempo passa più incasina i Dem e Schlein, quindi la tirerà alle lunghe. Poi va considerata una cosa:  se per numero di voti Schlein si piazza seconda dopo Giorgia, ci sta è quasi una vittoria, ma se alla fine dovesse invece candidarsi la sorella Arianna? Arrivare seconda dopo la sorella invece sarebbe un colpo”. Di questo si discute dietro le quinte del Pd, con voci certamente che tirano acqua al proprio mulino e spargono male parole per le altre aree politiche Dem. Che sono tante, oggi il Fatto di Travaglio le ha contate, ben 12 correnti che bloccano Schlein, per la gioia di Giuseppe Conte che da tale intreccio ragnatela ha solo da guadagnare. Poi si passa veloci a parlare sulle colpe: “La segretaria non ascolta nessuno tranne Damilano... che se dovessimo andare bene alle Europee si trasformerebbe subito nel ‘Bruno Vespa’ Dem. Ma la questione è politica, non solo di quanti voti prenderà il Pd, spero oltre il 23% – continua la fonte- ma di chi dovrà il giorno dopo tessere la tela per stringere un’alleanza vera e larga, che non sembri l’armata brancaleone, dal M5S ai partiti centristi… chi ci pensa Taruffi e Baruffi? Ecco, al momento non sembra che tra i Dem ci sia chi possa svolgere questo compito, manca autorevolezza e soprattutto una linea politica “. Senza contare che non si riesce più nemmeno a sapere quando si riunirà la Direzione: “Hanno detto in una data tra il 15 e il 18 aprile – se la ride la fonte- forse per sviare i tanti pretendenti, e riunirsi tra intimi all’ultimo secondo”. Da parte sua Matteo Orfini, giovane vecchio dirigente, cerca di confondere gli avversari esterni e interni con questo ragionamento: “… l’attenzione di Conte verso il Partito Democratico dimostra la centralità del Partito Democratico, tutti parlano del PD perché senza non c’è un’alternativa alla destra. Calenda, Renzi, Conte, chiunque parla di noi invece che del proprio partito e questi sono onori ed oneri dell’essere la forza principale. Lo consideriamo un riconoscimento del nostro ruolo di guida della coalizione”. Non fa una piega, come diceva il grande Ennio Flaiano: “Certo, certissimo, anzi probabile”. 


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it