NEWS:

‘Califano’, su Rai 1 il biopic sulla vita del Califfo

A dare il volto e la voce ad uno dei più grandi cantautori della musica italiana è Leo Gassman

Pubblicato:09-02-2024 16:50
Ultimo aggiornamento:09-02-2024 16:55
Autore:

califano biopic rai 1
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – La storia umana e artistica di Franco Califano, nel periodo che va dalla Dolce Vita alla metà degli anni ‘80, in un progetto che cerca di raccontare – ponendoli sullo stesso piano – l’artista, l’uomo e il bambino di un tempo, in un dialogo costante tra loro. Arriva domenica 11 febbraio in prima serata su Rai 1 ‘Califano’, il biopic ispirato alla storia del ‘Califfo’. A dare il volto e la voce ad uno dei più grandi cantautori della musica italiana è Leo Gassman. Nel cast anche Valeria Bono (Ornella Vanoni), Giampiero De Concilio (Antonello Mazzeo), Andrea Ceravolo (Gianni Minà), Angelica Cinquantini (Mita Medici), Angelo Donato Colombo (Francis Turatello) e Jacopo Dragonetti (Edoardo Vianello).

‘CALIFANO’, LA TRAMA

Roma, 1984. Al Teatro Parioli, mille spettatori attendono che salga sul palco il Maestro, il Poeta, il Saltimbanco, il Califfo. Franco è nel camerino in attesa di quello che lui immagina sarà la serata più importante della sua vita: d’ora in avanti basta bravate, sarà il miglior Califano possibile. Di lì a poco però, sei uomini in divisa faranno irruzione nel camerino, gli metteranno le manette ai polsi e lo porteranno via facendolo sfilare davanti al suo pubblico basito.

Si va indietro negli anni: Roma, 1961. Franco ha 22 anni, vive a Roma con la madre e il fratello, è orfano di padre, scrive poesie e sogna la Dolce Vita. Conosce Antonello Mazzeo, amico che gli resterà fedele per tutta la vita, e Rita suo primo amore, con la quale si sposerà e avrà la sua unica figlia. Ma a Califano la quotidianità ordinaria va troppo stretta e nel 1963 abbandona tutto e tutti trasferendosi a Milano, ospite di Edoardo Vianello. Qui inizia a scrivere canzoni, a frequentare più di una donna, a consumare droga e a fare amicizie importanti, come quelle con Gianni Minà e Ornella Vanoni. Iniziano allora i primi successi come autore e scout, ma l’uso della cocaina nel 1968, al culmine di una depressione, lo costringerà a trascorrere qualche mese in una clinica per disintossicarsi.


Il Califfo però è determinato, ambizioso e ricomincia da zero: torna a scrivere brani di successo come “Minuetto” interpretato da Mia Martini; con Edoardo Vianello fonda la Apollo Records; scommette sui “Ricchi e Poveri” e li porta a Sanremo; vive una storia d’amore con Mita Medici. Eppure, anche questo momento di successi e apparentemente felice non è destinato a durare: ben presto Califano torna a sentirsi in gabbia, si allontana dalla Medici e viene nuovamente arrestato per droga.

Il carcere è per lui un colpo di grazia, ma anche un’occasione di rinascita. Franco riesce ad ottenere gli arresti domiciliari e, grazie all’aiuto del grande amico Mazzeo, torna a scrivere ed incide l’album “Impronte Digitali”, la sua più grande eredità, il suo grande riscatto. Il film si chiude con un suo storico concerto organizzato al Teatro Parioli di Roma, una volta tornato in libertà.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it