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‘Troppo azzurro’, l’atteso film di debutto di Filippo Barbagallo: l’intervista

Al centro del film Dario, un venticinquenne aggrappato al suo equilibrio da adolescente. Dal 9 maggio al cinema

Pubblicato:08-05-2024 07:30
Ultimo aggiornamento:08-05-2024 07:31

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ROMA – “Volevo che fosse come una birretta. Leggera, la butti giù in un attimo e ti viene da dire: ‘Oh, alla fine oggi non si sta mica male'”. Ed è proprio così: ‘Troppo Azzurro’ fa stare bene, come una sera d’estate in compagnia degli amici e delle amiche di sempre. È il film di debutto di Filippo Barbagallo, in uscita nelle sale il 9 maggio con Vision Distribution. Barbagallo, qui anche sceneggiatore e protagonista, racconta di Dario, un venticinquenne aggrappato al suo equilibrio da adolescente. Vive ancora a casa con i suoi (Valerio Mastandrea e Valeria Milillo) e ha lo stesso gruppo di amici dal liceo. Quando nel torrido agosto romano inizia a frequentarsi prima con Caterina (Alice Benvenuti), una ragazza conosciuta per caso, e poi con Lara (Martina Gatti), la ragazza ‘irraggiungibile’ che ha sempre amato, deve scegliere se restare nella sua comfort zone o lasciarsi finalmente andare. ‘Troppo Azzurro’ è una storia sul coraggio di fare delle scelte, di cambiare, di uscire dalla zona di comfort e fare quel salto nel vuoto che tanto spaventa. Ma quel salto potrebbe cambiare la vita di ognuno di noi. Proprio come è successo al giovane regista con questo film. Filippo Barbagallo nasce a Roma nel 1995, ha lavorato come assistente alla regia ai film ‘Tito e gli Alieni’ di Paola Randi e ‘Ride’ di Valerio Mastandrea (2018). Si diploma in sceneggiatura al Centro Sperimentale di Cinematografia ed è qui che ha iniziato a pensare a ‘Troppo azzurro’. Potrebbe ricordare Nanni Moretti o Gianni Di Gregorio (supervisore del progetto), ma Barbagallo ha deciso di buttarsi, di trovare la propria voce e ci è riuscito.

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