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Olimpiadi 2026, Cai: bene esposto Verdi ai Carabinieri contro il taglio dei larici per costruire la pista da bob a Cortina

Presentata una denuncia al Nucleo biodiversità dei Carabinieri di Belluno per reato di distruzione di beni paesaggistici e danno ambientale. "Spariranno dai 2 ai 4 ettari di bosco vicino a una zona abitata".

Pubblicato:08-03-2024 15:10
Ultimo aggiornamento:08-03-2024 16:36
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CLUB alpino italiano cai
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Dalla protesta contro il “laricidio” pronunciata il 29 febbraio scorso alla denuncia presentata al Nucleo biodiversità dei Carabinieri di Belluno dai Verdi, pienamente giustificato “dal cambio d’uso della superficie che, da bosco con valenze prevalente di protezione dell’abitato, viene trasformato in area semi costruita. Vengono pertanto persi tutti i servizi ecosistemici legati alla tipologia forestale presente negli ultimi secoli”. Il Cai alza una marcia nella sua battaglia contro i 500 larici abbattuti a Cortina per lo Sliding center delle Olimpiadi 2026 e ipotizza nel suo esposto il “reato di distruzione di beni paesaggistici e danno ambientale”. Per il Club Alpino Italiano “il danno reale dell’intervento in corso è dato dal cambio d’uso della superficie che, da bosco con valenze prevalente di protezione dell’abitato, viene trasformato in area semi costruita. Vengono pertanto persi tutti i servizi ecosistemici legati alla tipologia forestale presente negli ultimi secoli”. Si tratta, ragiona la Commissione centrale tutela ambiente montano della storica associazione ambientalista di amanti della montagna, di “un danno grave per la perdita dei servizi ecosistemici forestali”.

SPARIRÀ UN BOSCO DI 2-4 ETTARI E LA SUCCESSIVA PIANTAGIONE DI 6.000 ALBERI NON COMPENSERÀ

Per la commissione, è infatti “probabile che l’eliminazione di superficie forestale risulti alla fine più estesa di quanto preventivato” e “la successiva piantagione di 6.000 alberi non appare realmente compensatoria in quanto non viene specificato né dove verrà fatta né qual è l’obiettivo finale di questa attività”. “Al di là di ogni valutazione emotiva e morale dell’intervento- si legge in un documento scritto dal gruppo Boschi e Foreste interno alla commissione-, va precisato che si sta realizzando una cementificazione che porterà alla sparizione de facto di una area boscata di 2-4 ettari in un contesto sensibile di prossimità di un’area urbana. La scomparsa dei relativi servizi ecosistemici non è immediatamente valutabile ma è facilmente immaginabile che nell’attuale situazione di cambiamento climatico non sia la stessa cosa avere su una pendice di protezione un bosco o una pista da bob”.

VACCARELLA (CAI): “SERVONO SERVIZI VERI E CONCRETI PER MIGLIORARE VIVIBILITÀ RESIDENTI NON OPERE COSTOSE E POCO UTILI”


“Aggressione all’ambiente, cementificazione, attacco a boschi secolari, come in questo caso, in virtù di uno sbandierato sviluppo delle Comunità di montagna non soddisfa i veri standard di sostenibilità ed economia reale dei territori”, dichiara il delegato all’ambiente del Cai nazionale Mario Vaccarella. Che aggiunge: “Località dove occorrono servizi veri e concreti, non opere costose e poco utili (anche per la gestione futura, più volte dichiarata insostenibile), ma investimenti per migliorare la vivibilità dei residenti e delle giovani generazioni, che scelgono di vivere nelle aree montane, anche se in aree ad alta densità turistica ed elitaria”. Per questo, “il Cai si schiera nettamente contrario a queste opere e alle ‘modalità aggressive’ per ottenerle, rimanendo vigile e monitorando i processi, anche con i suoi organi tecnici e insieme ad altre realtà associative attive, con la speranza che si possa prendere piena consapevolezza, a partire dagli uomini e dalle donne di quei territori, con una opposizione democratica più forte e incisiva, chiedendo la giusta trasparenza degli atti e delle azioni”.


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