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Potenza, corruzione e atti persecutori a Ruoti: coinvolti politici, forze dell’ordine e imprenditori

Sedici le persone finite agli arresti domiciliari. Tra loro anche l'ex sindaco del comune potentino e un brigadiere dei carabinieri

Pubblicato:08-02-2022 12:52
Ultimo aggiornamento:08-02-2022 13:14
Autore:

Valdiserri
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POTENZA – Su mandato della procura di Potenza, sedici persone, tra le quali l’ex sindaco di Ruoti e attuale consigliere di minoranza, Angelo Salinardi, altri due consiglieri di minoranza del Comune di Ruoti, un funzionario della Regione, la tenente della polizia locale di Ruoti, un brigadiere dei carabinieri e l’addetto stampa della Provincia di Potenza, Luigi Scaglione, sono finiti agli arresti domiciliari questa mattina dopo una complessa indagine condotta dalla squadra mobile del capoluogo.

Due i filoni investigativi che secondo la procura avevano e hanno in Angelo Salinardi il punto di contatto. Il primo riguarda la corruzione fra privati nel cosiddetto indotto Fca (Stellantis) di Melfi, laddove soggetti inseriti nelle aziende ritenute riconducibili a Salinardi pagavano utilità per incarichi ai gestori di importanti società appaltatrici di Fca per ottenere commesse e sub appalti. Sono coinvolti Angelo Salinardi, Pierluigi Mario Saponara, nipote di Salinardi e imprenditore nel settore della logistica nell’indotto Stellantis di Melfi, Marco Sassano, Alessandro Massano e Claudio Di Lucchio, dirigenti di diverse imprese dell’indotto.

Il secondo riguarda atti persecutori (stalking, calunnia, accesso abusivo a sistema informatico) nei confronti della sindaca di Ruoti, Anna Maria Scalise, e di altri esponente della maggioranza per ottenere le dimissioni della sindaca e arrivare a nuove elezioni. Sotto accusa Angelo Salinardi e il brigadiere Davide Malatesta, i consiglieri di minoranza Rosario De Carlo, Angelo Faraone e Rocco Antonio Gentilesca, Marianna Di Maio, tenente della polizia locale di Ruoti, Giuseppina Salinardi, nipote di Angelo Salinardi e imprenditrice, Luigi Scaglione, il funzionario della Regione Basilicata Giuseppe Antonio Lavano, Rosario Fumaloro, ex responsabile dell’area tecnica del comune di Ruoti e attualmente in servizio alla Provincia di Potenza e Giuseppe Teta, titolare di diverse case di riposo.


BRIGADIERE DEI CARABINIERI ELUDEVA INDAGINI E OTTENEVA INFORMAZIONI ILLECITE 

Agevolava gli indagati sia eludendo le indagini sia ottenendo informazioni illecite sulla vita privata della sindaca di Ruoti, Anna Maria Scalise. È stato questo, secondo la procura di Potenza, il ruolo del brigadiere dei carabinieri di Potenza, Davide Malatesta, nell’indagine della squadra mobile del capoluogo lucano. Il brigadiere risulta coinvolto anche per un episodio di corruzione, riferibile al periodo durante il quale era sindaco di Ruoti Angelo Salinardi, perno dei due filoni d’indagine, in relazione all’affidamento dei lavori di ristrutturazione e concessione di una struttura del Comune in favore di una cooperativa.

STALKING NEI CONFRONTI DELLA SINDACA DI RUOTI

Decine di denunce penali “del tutto infondate ma capziose”, con lo scopo di “danneggiarne la reputazione, arrecarle uno stato d’ansia e un senso di vulnerabilità, rallentarne o paralizzarne l’attività amministrativa e ottenerne le dimissioni”. Sono alcuni degli atti persecutori individuati dalla procura di Potenza e adottati dall’ex sindaco di Ruoti e consigliere di minoranza, Angelo Salinardi, nei confronti dell’attuale prima cittadina al Comune di Ruoti, Anna Maria Scalise, e dell’assessore Franco Gentilesca. Con l’accusa di corruzione e stalking l’uomo è finito ai domiciliari oggi insieme ad altre 15 persone. Gli indagati Rosario De Carlo, Marianna Di Maio, Angelo e Giuseppina Salinardi, Luigi Scaglione e Gerardo Scavone, si sono resi responsabili della divulgazione e diffusione con molteplici modalità (comunicati stampa e pubblicazioni online), di “infamanti allusioni a relazioni adulterine, create ad hoc, per screditarne l’immagine”, come avvenuto “per la fantomatica relazione extraconiugale tra Scalise e l’assessore Franco Gentilesca” e “i loro presunti incontri notturni” in un b&b di Rionero in Vulture, “risultati mai avvenuti”. La sindaca, secondo la procura, sarebbe poi stata insultata “volgarmente” e “instancabilmente” nel corso di diversi consigli comunali. A ciò si aggiungono “indagini illecite”, “pedinamenti e report fotografici” nei confronti della sindaca, del marito e dell’assessore. Per la procura, dunque, in concorso tra loro, avrebbero “perseguitato, molestato e minacciato” Scalise con “condotte reiterate, insistenti e durature”.

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