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Renzi giura che il Governo Conte durerà ma ormai è lotta continua

L'editoriale di Nico Perrone per Dire Oggi

Pubblicato:07-10-2019 15:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:47

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ROMA – È vero, il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, attacca a testa bassa il Governo Conte ma poi giura che il suo appoggio non verrà meno, che l’esecutivo arriverà al 2023. Quando però il cronista chiede ad alcuni parlamentari che sono a Montecitorio se sono pronti a scommettere sulla fedeltà di Renzi, in molti si defilano.

«Questo Governo di coalizione» ammettono dalle parti di Renzi e del Pd, «ha una navigazione difficile. Bisognerà fare attenzione». 2020: questa la data sfuggita al capogruppo dei senatori Dem, Andrea Marcucci, secondo il quale fino al prossimno anno Renzi farà le bizze ma non romperà. Tutto si giocherà il prossimo anno, spiegano gli interpellati: «Se il Governo riuscirà a mettere in tasca ai cittadini qualche soldo, a far ripartire un pochino l’economia senza far arrabbiare troppe categorie sociali, allora si andrà avanti».

Per il momento, comunque, per il presidente del Consiglio è lotta continua. Deve vedersela con Matteo Salvini e Matteo Renzi, che lo chiamano a riferire in tempi rapidi sul “Russiagate”, sugli incontri autorizzati a Roma tra in nostri servizi e uomini del presidente Trump.


Con Luigi Di Maio, capo politico del Movimento, al quale non va giù il via libera all’acquisto degli F35 americani promesso qualche giorno fa da Conte a Mike Pompeo, il segretario di Stato venuto in Italia.

E ci sono pure le parti sociali: Confindustria, Cgil, Cisl e Uil giudicano poche le risorse messe in campo per tagliare le tasse e irrobustire le buste paga per tranquillizzare e far spendere gli italiani.

E poi, ciliegina, tra 10 giorni arriva la Leopolda di Firenze, l’appuntamento di Matteo Renzi che quest’anno avrà il tutto esaurito e l’attenzione da parte dei media. Lì Renzi presenterà il nuovo simbolo di Italia Viva ed anche i nuovi arrivi di peso strappati agli avversari e al Pd. Grande attivismo che sta creando problemi dentro i Dem, dove si stanno scontrando due impostazioni: ignorare Renzi per non dargli importanza; non apparire, alla fine, paurosi o incapaci di rispondere.

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