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Il direttore dell’Agenzia per il Peacebuilding: “Ora basta, l’Europa ascolti la società civile”

Venturi dopo il vertice della "Comunità politica" che si è tenuto in Moldavia a poche decine di chilometri dalla Transnistria e dall'Ucraina

Pubblicato:07-06-2023 14:22
Ultimo aggiornamento:07-06-2023 16:55

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ROMA – Per prevenire nuovi e più gravi conflitti è essenziale recepire gli apporti delle organizzazioni della società civile, università e think tank compresi: così Bernardo Venturi, direttore dell’organizzazione non-profit Agenzia per il peacebuilding (Ap), dopo il vertice in Moldavia della Comunità politica europea.

IL VERTICE NEL CASTELLO DI MIMI

L’appuntamento, organizzato in questa fase con cadenza semestrale, si è tenuto giovedì scorso nel Castello di Mimi, a Bulboaca, a poche decine di chilometri dalla regione separatista della Transnistria e dal confine con l’Ucraina. A partecipare capi di Stato e di governo di oltre 40 Paesi del continente, con l’esclusione di Russia e Bielorussia. Sul tavolo sia le prospettive del conflitto in corso in Ucraina, con nuove dichiarazioni del presidente Volodymyr Zelensky su una possibile adesione di Kiev all’Alleanza atlantica, sia i rischi politici e sociali per la vicina Moldavia.

VERTICE EUROPEO SENZA RUSSIA E BIELORUSSIA

Secondo Venturi, docente dell’Università di Bologna, associate fellow presso l’Istituto affari internazionali (Iai) e autore di studi sui conflitti elaborati in atenei o centri specializzati, anche nella ex repubblica sovietica con capitale Chisinau, “la Comunità politica europea è un formato interessante perché tiene insieme quasi tutti i Paesi del continente e quindi permette una visione più ampia dell’Ue, con l’obiettivo di prevenire nuove crisi e guerre in Europa”.


NIENTE SOCIETA’ CIVILE, MA DIALOGO ARMENIA-AZERBAIGIAN

In un’intervista con l’agenzia Dire, il direttore evidenzia però anche criticità. “A Bulboaca purtroppo non c’è stato un coinvolgimento della società civile, di think tank o di università” sottolinea Venturi. “Di solito in questi vertici c’è un meeting a latere che permette una partecipazione più ampia, un aspetto importante per permettere un supporto nella prevenzione delle crisi”.

Secondo il direttore dell’Agenzia per il peacebuilding, a ogni modo, dal Castello di Mimi sono giunti anche segnali incoraggianti. “Durante questo vertice”, dice Venturi, “così come a Praga sei mesi fa abbiamo visto come l’Azerbaigian e l’Armenia si sono parlati e si sono incontrati per discutere del Nagorno-Karabakh, una terra contesa che negli ultimi mesi ha visto purtroppo ampi scontri armati”.

UN PICCOLO PAESE DELL’EST EUROPA

Un’ultima riflessione ancora sulla Moldavia. “E’ un piccolo Paese, spesso dipinto come il più povero d’Europa e una terra solo di emigrazione” osserva Venturi. “Il vertice ha segnato invece una sorta di riscatto, peraltro tenendosi a metà strada tra la capitale Chisinau e Tiraspol, la ‘capitale’ della zona separatista: si spera che questo tipo di incontri possa in futuro aiutare a risolvere la crisi interna”.

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