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Bart ucciso a Gaza tra le braccia di Homer, i Simpson palestinesi nel murales di aleXsandro Palombo a Milano

"Gaza", l'opera di denuncia in Via Padova, a pochi metri dalla Casa della cultura Musulmana, nel quartiere simbolo della Milano multietnica

Pubblicato:07-03-2024 15:37
Ultimo aggiornamento:07-03-2024 15:37
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MILANO – Homer con la Kefiah al collo e la fascia della bandiera palestinese sulla fronte, tra le sue braccia il cadavere di suo figlio Bart come in una moderna Pietà, ai suoi piedi Marge, Lisa e Maggie. Sono i Simpson palestinesi a “Gaza”, ritratti dall’artista aleXsandro Palombo in un murales in Via Padova, a pochi metri dalla Casa della cultura Musulmana, nel quartiere simbolo della Milano multietnica.

Un’opera che “vuole essere una forte istantanea degli orrori dell’offensiva di Isreaele – si legge in un comunicato – un richiamo ai diritti umani violati e un appello alle coscienze contro il massacro dei palestinesi inermi e la brutalità cieca della guerra”.

L’ORRORE DEL CONFLITTO IN SCENA SU UN MURO

“aleXsandro Palombo mette in scena l’orrore di questo conflitto a cui assistiamo quotidianamente attraverso le immagini raccapriccianti che rimbalzano sui nostri dispositivi, una guerra che colpisce in gran parte bambini e donne innocenti distruggendo qualunque speranza nell’umanità, l’artista pone il suo sguardo sul dolore e su quella violenza che non si consuma solo tra eserciti ma che si scatena in maniera indiscriminata sulla popolazione civile”.


La morte è qui assoluta, disperante fissità: anche le lacrime di Homer non riescono più a sgorgare, restano bloccate nel silenzio della morte; ormai tacciono anche le urla di paura dei bambini: Bart, Lisa e Maggie sono morti. Nell’opera non si vedono armi, eppure i corpi portano segni di spari: qualcuno ha sparato, qualcuno ha ucciso, qualcuno ha forse ubbidito ad un ordine, come è accaduto nella terribile strage di pochi giorni fà, quando oltre 100 palestinesi sono stati uccisi mentre in preda alla fame e alla disperazione erano in coda per gli alimenti”.

“Se ad un primo sguardo l’opera ci porta a provare sentimenti di orrore e di partecipazione, successivamente tutto questo viene superato da qualcosa di ben più forte: la paura. aleXsandro Palombo ci dice che dobbiamo aver paura. Paura di trovarci noi al posto di Homer Simpson, paura della guerra e della disumanità”.

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