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Coronavirus, Speranza: “Indice Rt più rilevante rispetto al numero di nuovi casi”

Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, durante un'informativa urgente alla Camera sui dati e sui criteri seguiti per la collocazione delle regioni italiane nell'area rossa, arancione e gialla

Pubblicato:06-11-2020 13:11
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:11

roberto speranza
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ROMA – “In Italia non esistono zone verdi perché il virus circola in tutto il nostro Paese. Quindi essere in zona gialla non significa assolutamente essere in un porto sicuro. L’Rt, come è noto, indica il tasso di riproduzione del virus e rappresenta il numero medio delle infezioni prodotte da ciascun individuo infetto. È un numero importante al fine delle analisi e dell’adozione delle misure di prevenzione, è un indice più rilevante del numero di nuovi casi che quotidianamente rileviamo“. Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, durante un’informativa urgente alla Camera sui dati e sui criteri seguiti per la collocazione delle regioni italiane nell’area rossa, arancione e gialla, prevista dal dpcm del 3 novembre 2020.

“I casi che ogni sera registriamo rappresentano una fotografia del momento, figlia di contagi antecedenti- ha spiegato il ministro- con l’Rt invece abbiamo indicazioni sul livello di contagiosità di un territorio e quindi in qualche modo di una prospettiva di diffusione del contagio in quel territorio. È una differenza molto importante che va considerata nelle decisioni assunte“.

NON C’È SPIRITO PUNITIVO VERSO REGIONI, SERVONO SACRIFICI

“Lo spirito con cui ci muoviamo è l’esatto opposto rispetto ad uno spirito punitivo verso le Regioni. Sappiamo che le misure comportano sacrifici, ma non abbiamo alternative se vogliamo superare questa fase“, ha aggiunto il ministro della Salute. “È vero che sono tanti i casi asintomatici- ha aggiunto- ma questa volta sono colpite tutte le Regioni”. E se continua ad alzarsi il numero di contagiati “inevitabilmente aumenteranno le terapie intensive e i decessi“, ha concluso.


PERSONALE PROBLEMA PIÙ SERIO, ANNI DI FORMAZIONE

“Se non pieghiamo la curva, il nostro personale sanitario non ce la farà a reggere l’onda d’urto. Quello del personale è il problema più serio con cui fare i conti. Un respiratore e una mascherina si possono acquistare, un medico, un anestesista o un infermiere non si comprano al mercato“. Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, durante un’informativa urgente alla Camera. “Non si può improvvisare, ci vogliono anni di formazione e di investimento. Dobbiamo avere il coraggio di dire questa verità“.

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