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Migranti, Sami (Unhcr): “Senza le Ong meno salvataggi e più morti in mare”

Mignone (Unhcr): “L’aumento del numero delle persone che viene riportato in Libia aggravera’ il sovraffollamento che c’e’ nei centri di detenzione del Paese”

Pubblicato:06-07-2018 10:11
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:21

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ROMA – “C’è stato un aumento drammatico ed eccezionale del numero dei morti nel Mediterraneo: da una vittima ogni 38 persone nel 2017 siamo arrivati a una ogni sette“. Lo ha detto oggi Carlotta Sami, portavoce nel Sud Europa dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr). “Rivolgiamo un appello – ha aggiunto la rappresentante – anche alle organizzazioni non governative affinché facciano salvataggi, perché la capacità di ricerca e soccorso è stata ridotta drasticamente e questo sta avendo un impatto immediato sulla vita delle persone”.

Sami è intervenuta a un incontro sulla Libia, in corso nella sede dell’Associazione della stampa estera, a Roma.

MIGNONE (UNHCR): A TRIPOLI APRE CENTRO PER RIFUGIATI

Un centro per il trasferimento in sicurezza di richiedenti asilo sara’ inaugurato a Tripoli tra due o tre settimane: lo ha detto oggi Roberto Mignone, rappresentante in Libia dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr). Secondo il responsabile, la struttura sara’ denominata ‘Gathering and Departure Facility’, avra’ una capacita’ di accogliere fino a mille persone e sara’ gestita in collaborazione con il ministero dell’Interno di Tripoli. “Vi porteremo – anticipa Mignone – le persone piu’ vulnerabili tra quelle riportate a riva dalla Guardia costiera libica, in modo che non finiscano nei centri di detenzione, sovraffollati e inadatti per le interviste necessarie ad appurare l’esistenza dei requisiti per ottenere protezione internazionale”. Da Tripoli i migranti potrebbero essere trasferiti in Niger e in seguito, una volta accolta la loro domanda, distribuiti in Paesi terzi disposti ad accoglierli. Da novembre Unhcr ha trasferito dalla Libia 1858 richiedenti asilo. Di queste persone 1536 sono giunte in Niger, 312 in Italia e dieci in Romania. A oggi 11 Paesi si sono impegnati ad accogliere 3.781 richiedenti asilo in arrivo dalla Libia e dal Niger: tra questi figurano Italia, Malta, Olanda, Norvegia, Svezia, Spagna, Finlandia, Francia, Germania e Canada.


“EUROPA AIUTI NIGER, ACCOLGA RIFUGIATI” 

L’ Europa ha offerto 4mila posti per accogliere rifugiati in provenienza dal Niger nel 2018 ma a oggi, nei primi sei mesi dell’anno, ne ha accolti appena 200. “L’aumento del numero delle persone che viene riportato in Libia aggravera’ il sovraffollamento che c’e’ nei centri di detenzione del Paese” risponde il responsabile a una domanda sulla stretta sui migranti annunciata dal governo italiano. “Come Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati possiamo incrementare la capacita’ di evacuarne in Niger o altrove – aggiunge Mignone – ma i Paesi europei devono accelerare questo processo di prenderli”. Il rappresentante di Unhcr evidenzia la distanza tra promesse e impegni effettivamente assolti: “Hanno offerto generosamente 4mila posti per il 2018 ma nei primi sei mesi dell’anno tutti i Paesi europei insieme ne hanno presi poco piu’ di 200”. Secondo Mignone, negli ultimi mesi l’Alto commissariato ha trasferito dalla Libia in Niger circa 1500 richiedenti asilo. Nel Paese del Sahel ne rimarrebbero a oggi 1300 e, dunque, a fronte di una capacita’ di accoglienza di 1500 unita’, qualsiasi nuovo trasferimento verso Adagez e Niamey sarebbe impossibile. Il rappresentante di Unhcr e’ intervistato a margine di un incontro sulla Libia, a Roma, nella sede dell’Associazione stampa estera.

“ONG SALVINO, GUARDIA LIBICA NON BASTA”

“Il ruolo delle ong e’ fondamentale per salvare vite in mare perche’ da sola la Guardia costiera della Libia non ce la puo’ fare”. Secondo il responsabile, “e’ importante mantenere la presenza di attori in grado di soccorrere i barconi oltre le acque costiere“.  Mignone riferisce di un aumento del numero dei migranti riportati sulla costa nordafricana dalla Guardia costiera della Libia. “Questa tendenza dipende dalle condizioni del mare ma anche da una maggiore capacita’ di Tripoli” sottolinea il rappresentante di Unhcr. Che pero’ avverte: “I migranti finiscono tutti nei centri di detenzione, che con l’aumento degli sbarchi diventano sempre piu’ affollati e insostenibili”.

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