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Reddito di cittadinanza, partenza soft: niente code in Caf e poste

Situazione tranquilla a Roma e Napoli nel primo giorno utile per richiedere il reddito di cittadinanza nei caf e alle poste

Pubblicato:06-03-2019 12:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:11
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ROMA – Niente file, resse o assalti nei Caf e negli uffici postali di Roma. È stata una partenza soft nella Capitale quella del reddito di cittadinanza, almeno nelle periferie, le zone con il maggior numero di aventi diritto: molti patronati e Poste si erano organizzati con appuntamenti, suddivisioni per ordine alfabetico e ticket dedicati, ma per ora l’affluenza, salvo alcune eccezioni, è né più né meno quella di “una giornata normale”, rilevano titolari e impiegati.

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Intorno agli orari di apertura non c’erano particolari code, qualcuno è iniziato ad arrivare verso le 10-10.30 per informarsi e chiedere indicazioni per la presentazione dell’Isee, mentre chi si era organizzato in anticipo è riuscito senza intoppi a presentare la domanda.


Per quanto riguarda Roma Est, nessuna coda negli uffici postali di via dei Narcisi e via degli Aceri, a Centocelle nel V Municipio, dove tra le 9 e le 10, delle temute resse per presentare la domanda per il reddito di cittadinanza, non c’era nemmeno l’ombra. Anche in due Caf di zona l’apertura è stata quella di un giorno normale, solo “con qualche persona in più rispetto al solito, venuta a chiedere informazioni per la richiesta di Isee”, racconta un’impiegata di un Centro di assistenza fiscale.

Anche in zona Alessandrino avvio di giornata ordinario nelle poste di via del Campo. Da segnalare invece, dalle 10 in poi, qualche fila nel Caf che si trova sulla via principale del quartiere. Circa 30 i minuti di attesa stimati per smaltire una coda di 25 persone, alcune delle quali con in mano la domanda per il reddito. Tra loro, almeno la metà erano anziani, quasi tutti a chiedere informazioni per la ‘Pensione di cittadinanza’.

“Come bisogna fare?”, “Come si fa per avere l’Isee?”, le domande più frequenti. Tra le persone in coda, però, a regnare era lo scetticismo: “Chissà se lo prenderemo mai”, “Io la domanda nemmeno la presento, tanto troveranno qualcosa per non darmelo”.

La mappa della povertà a Roma

La mappa della povertà a Roma

Quasi disinteressata al ‘D-day’ la zona di Tor Bella Monaca, nel VI municipio. Viavai ordinario intorno alle 11 nel Caf di via del Fuoco Sacro. Nell’ufficio postale di via Natale Balbiani, alle spalle di via Cambellotti, il touch screen di distribuzione dei numeretti riporta la voce ‘Reddito di cittadinanza’. Poco prima delle 12, toccato lo schermo e ottenuto il numero, dopo pochi secondi si viene chiamati subito allo sportello. Nessuna coda, nessun boom di richieste, almeno per oggi.

Anche a Ovest, in zona Aurelia, nessuna avvisaglia di caos. “Giornata normale”, ripetono dal Caf di Massimina. A Fidene, periferia Nord a ridosso del Gra, nel III municipio, la Posta è semideserta, in fila tanti a pagare bollette e ritirare raccomandate, c’è solo un anziano con il modulo del Reddito in vista: “Non ho capito i requisiti, sono venuto a chiedere”.

Il Caf di riferimento del quartiere riceve solo su appuntamento, dentro in attesa ci sono due-tre persone: “I primi sono già stati fatti- ha spiegato il titolare- ma molti si presentano senza Isee e gli diciamo di tornare”.

All’ufficio postale di Serpentara, organizzatosi chiedendo ai cittadini di presentarsi in ordine alfabetico in stile pensioni – ma “le domande presentate verranno comunque accettate”, recita un cartello all’ingresso – un addetto ‘smista’ gli utenti assicurandosi che tutti siano muniti di moduli e documenti. “Siamo qui per capire cosa serve”, dice una ragazza in fila con la nonna. Mentre un anziano è sicuro: “Mi ha aiutato mio nipote che è ingegnere”.

Al Tufello, altro storico quartiere popolare nella periferia settentrionale romana, stessa situazione: nessuna coda alla posta, chi si presenta al patronato viene subito fatto accomodare, anche perché diverse persone arrivate in mattinata sono state ‘respinte’ per la mancanza di alcuni documenti, in primis la giacenza media del conto corrente, necessaria per l’Isee: eppure, spiega un addetto, “da noi basta solo quello, al resto pensiamo noi”.

Pronta a fare domanda c’è una signora sulla settantina: “Io non prendo nulla e mio marito prende la pensione sociale, 450 euro al mese, abbiamo un Isee di 3.800 euro. Penso che ci daranno la differenza per arrivare a 780 euro”. Poi si rivolge all’impiegato: “A nome di chi conviene farlo?”. “È indifferente signora”, la replica.

CAF DESERTI A NAPOLI, IN VIA TRIBUNALI UNA SOLA RICHIESTA

NAPOLI – Il Caf Acai al civico 181 di via Tribunali, cuore del centro storico di Napoli, ha aperto alle 9,30 e in un’ora una sola persona si è recata allo sportello per compilare la richiesta per il reddito di cittadinanza. A raccontarlo alla Dire è Mariarita, una delle due dipendenti che lavorano nel centro.

“Quando sono arrivata stamattina c’era una persona ad aspettare che aprissimo. Dopo di lei non si è presentato più nessuno. Eravamo pronti al peggio e invece….”. E invece a Napoli le attese resse agli sportelli non ci sono state, tanto negli uffici postali quanto nei centri di assistenza fiscale.

“Anche con il Rei i napoletani erano inizialmente restii a fare le richieste. Ci aspettiamo che nei prossimi giorni, dopo un po’ di passaparola, arriveranno tante altre persone a fare le richieste. Per ora non sono state date informazioni sufficienti e probabilmente qualcuno teme sanzioni se non si rispettano tutti i requisiti”.

Al Caf di via Duomo ci sono quattro persone in coda ma la fila scorre molto velocemente. Concetta De Robio vive al rione Sanità, ha 42 anni, un marito che ha perso il lavoro sei anni fa e due figli. Nessuno di loro ha un lavoro stabile. “Non vediamo l’ora di poter avere una vera offerta di lavoro – dice -. Spostarci di 100 chilometri o trasferirci al Nord? Non è un problema, sarebbe la fine di un incubo”.

Mentre è in coda parla al telefono con suo marito. “Per la pratica chiedono di pagare 10 euro, magari è meglio andare alle Poste?”, gli chiede. Intanto arriva Ciro Siano di 67 anni che ha dovuto lasciare la gestione di un bar nel casertano dopo 15 anni di lavoro. “Tra Rei e Social card percepisco poco più di 200 euro al mese. Con il reddito di cittadinanza ne avrò 500. Ma spero presto di andare in pensione, a ottobre”, racconta.

Ciro per il momento non sembra molto soddisfatto della misura varata dal governo giallo verde. “Dicono che tra un mese mi arriva la carta a casa con i soldi – racconta alla Dire dopo aver redatto la richiesta – e che devo firmare un foglio per il lavoro. Sto seguendo piano piano… I 5 Stelle hanno mantenuto la promessa ma dobbiamo vedere che succede e se è tutto vero. Per ora mi sembra solo un pasticcio all’italiana”.

Sono quasi deserti anche gli uffici postali. Niente code alle Poste di piazza Miraglia e nemmeno alle poste centrali di piazza Metteotti. Qui l’unica ressa è quella dei giornalisti, di tv italiane ed estere, ma i responsabili dell’ufficio non hanno autorizzato le riprese all’interno degli sportelli. Diversi i cartelli che ricordano il rispetto dell’ordine alfabetico per le richieste del reddito. Alle Poste centrali c’era molta attesa per la data del 6 marzo e, quindi, il personale è al completo con tutti gli sportelli in funzione. Eppure alcuni dipendenti, un’ora dopo l’apertura, erano ancora in attesa del primo utente.

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